Cronos: The New Dawn / Hell is Us / Gradius Origins

Nella puntata di questa sera abbiamo parlato di Cronos: The New Dawn insieme a Enrico Andreuccetti, redattore di Gamesource, ma anche game designer di professione. Il bello di chiacchierare con Enrico è che riesce ad andare dritto al punto, a farti capire perché un gioco merita di più o di meno di un altro. Parlando del nuovo gioco di Bloober Team (di cui trovate la sua recensione su Gamesource.it), Enrico ha usato questi 3 aggettivi per definire l'esperienza: completa, soddisfacente e memorabile. Cronos: The New Dawn non si perde in fronzoli inutili e lavora quasi per sottrazione nelle meccaniche di gameplay per restituire un'esperienza capace di colpire e di rimanere impressa nella memoria. Ascoltando Enrico mi è venuta ancora più voglia di provarlo!

Dal canto mio, invece, nella puntata di questa settimana vi racconto le mie impressioni dopo un po' di ore nel mondo aperto di Hell is Us. Senza mezzi termini, trovo che sia un gioco impressionante, perché fa qualcosa che tanti altri ormai non riescono più a fare. Mi fa assimilare il suo mondo aperto. Perché non ci sono segnalini, non c'è una mappa, non c'è un luogo di arrivo, non ci sono distrazioni. Sei tu e l'area in cui ti trovi. Come fossi nel mondo reale, le cose le impari parlando con la gente del posto (poca, a dire il vero), oppure dalle note che raccogli. A nord-ovest c'è il sito in cui succedono cose strane. Allora apri la bussola e inizi a seguire le indicazioni. Nel frattempo trovi una casa, inizi a seguire una strada secondaria che ti conduce in un'area con un enigma. Per risolverlo ti serve un tassello che chissà dove si trova. E inizi a cercarlo, dapprima senza una direzione precisa, ma mano a mano che affini la conoscenza della zona ti ricordi di aver visto qualcosa che poteva nascondere un segreto. È tutto così: super essenziale, dispersivo a volte, probabilmente noioso alla lunga. Ma che esperienza trovarsi in una mappa aperta e capire dove sei guardandoti intorno e senza avere un segnalino da seguire! 

In ultimo vi porto anche indietro nel tempo con la collezione di sparatutto Gradius Origins, che contiene 7 shoot'em up classici di Konami per un totale di 18 versioni differenti. La serie Gradius non ha avuto successo come Darius, ma comunque si è fatta apprezzare nei tempi andati (ricordo ancora Salamander per Commodore 64 che rivaleggiava con R-Type!). Al giorno d'oggi questa collection non riesce a stimolare abbastanza da risultare imperdibile - complice anche un prezzo elevato di 40 Euro - dato che ci si accorge che tutti i capitoli seguono bene o male gli stessi binari.

Come sempre nella puntata di questa settimana trovate anche la rubrica delle news, ma dato che mancava Andrea ho saltato le altre rubriche. Mi perdonerete?

Ecco dove ascoltare la puntata.

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