NFT & Videogiochi: cosa sono, perché ne parlano tutti, perché piacciono a pochi

Questa settimana abbiamo confezionato una puntata un po' diversa, quasi didattica. Abbiamo avuto ospite Stefano Silvestri, giornalista e direttore di Eurogamer.it, per parlare di NFT e videogiochi. Cosa sono gli NFT? Perché ne parlano tutti e, soprattutto, perché piacciono a pochi?

Gli NFT sono l'ultima frontiera del commercio digitale. Non Fungible Tokens, ovvero dei beni non fungibili, digitali, che vivono soltanto nell'etere dei bit. Basati sulle blockchain, permettono di garantire l'autenticità del bene stesso e la proprietà viene attestata in maniera inequivocabile. Ma perché ne parliamo su Console Generation? Perché gli NFT sono entrati prepotentemente nel mondo dei videogiochi, diventando un nuovo modo per stimolare gli acquisti degli appassionati con gadget, bonus o opere digitali che risiedono, appunto, nel metaverso.

Sono tante le aziende che si sono date agli NFT. Da Sega a Konami, da Electronic Arts a Ubisoft, passando per Square Enix, Team17 e Atari. Peter Molyneux, il creatore di Populous, Black & White e Fable, ha addirittura creato un gioco basato sugli NFT. Sono tante le aziende, quindi, che dopo aver puntato sui DLC, sugli online pass, sulle microtransazioni, sulle collector edition e chissà quant'altre cose ancora, stanno puntando sugli NFT per incassare un po' di Euro in più. 

Ma non tutte stanno raccogliendo grandi consensi, soprattutto dal pubblico o addirittura dagli sviluppatori stessi. Gli NFT sono basati sulle blockchain, lo stesso concetto dei bitcoin e seppur siano ultra-sicuri in termini di autenticità, sono energivori. Dalla comunità videoludica si sono sollevate numerose manifestazioni di dissenso proprio per la sostenibilità degli NFT: voci talmente forti da convincere (o costringere, a seconda dei punti di vista) alcune aziende a ritirarsi dagli NFT. Ne sono esempio Sega, Team17, Electronic Arts, Riot Games e gli sviluppatori di S.T.A.L.K.E.R. 2, che dopo l'annuncio iniziale hanno fatto marcia indietro ritirandosi (almeno temporaneamente) dal business degli NFT. 

Speriamo con questa puntata di avervi chiarito un po' le idee e di aver fatto un po' di "servizio pubblico" per tutti voi. Non abbiamo parlato solo di NFT, anzi! La puntata è ricchissima, perché siamo transitati da Rainbow Six Extraction, da Gran Turismo 7, passando ovviamente dall'acquisizione di Bungie da parte di Sony. Una mossa che è stata vista come una risposta alla maxi acquisizione di Activision Blizzard per mano di Microsoft, ma che in realtà nasconde una strategia completamente diversa. A Sony interessa sì Destiny - che però rimarrà multipiattaforma, come anche gli altri progetti Bungie a venire -, ma le interessa ancor di più la loro esperienza nel campo dei giochi come servizio. Perché entro il 2026 arriveranno ben 10 game-as-service dai PlayStation Studios. Insomma, Sony vuole affiancare alle sue esclusive single player basate sulle storie anche dei giochi in grado di catalizzare l'interesse degli appassionati per lungo tempo.

Buon ascolto e buona visione!







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