Mentre Capcom sta rivisitando le vecchie glorie in HD, ecco una doppietta autunnale dedicata ai romanzi della saga di Resident Evil, per chi vuole rivivere le vicende del passato senza avere a che fare con porte da aprire nè caricamenti.
Titolo: Resident Evil: City of the Dead
Autore: S.D. Perry
Editore: Multiplayer.it Edizioni
Genere: romanzo
Argomento: fantascienza
Pagine: 297
Il terzo romanzo di S.D. Perry ripercorre piuttosto fedelmente gli avvenimenti narrati in Resident Evil 2 (scenario A di Leon e B di Claire). Leon e Claire - neo-assunto nella polizia il primo e alla ricerca del fratello la seconda - sono loro malgrado invischiati nel disastro batteriologico che ha trasformato la cittadina di Raccon City in una vera e propria città dei morti. Oltre al T-virus che ha trasformato gli abitanti in zombi affamati, devono vedersela con i nuovi esperimenti della Umbrella fra cui i mostruosi risultati del nuovo G-virus studiato dallo scienziato William Birkin.
Alternando i punti di vista fra i due protagonisti, il romanzo offre un quadro piuttosto preciso degli avvenimenti, aggiungendo qualche dettaglio inedito: è interessante l'approfondimento della personalità paranoica e macabra di Irons, il capo della polizia, così come la migliore caratterizzazione del rapporto che si crea fra Leon e Ada Wong, il cui scopo è recuperare un campione del G-virus. L'autrice ha svolto un discreto lavoro per collocare City of the Dead all'interno della saga, introducendo personaggi come Trent e il team Exeter visto in Caliban Cove, anche se ciò ha comportato alcune discrepanze con il materiale originale.
Fortunatamente sono stati messi da parte parecchi dei puzzle del gioco in favore di una narrazione più scorrevole e incalzante, che rende la lettura di City of the Dead piacevole anche per chi non ha provato il videogame originale. Purtroppo permane una certa carenza nei retroscena e negli elementi descrittivi, forse per favorire il ritmo a discapito di una maggiore immedesimazione. Sarebbe stato interessante scoprire più informazioni circa il lavoro dei coniugi Birkin e gli effetti del G-virus, oppure avere un quadro d'insieme sulla Umbrella, che invece rimane un'entità quasi astratta col ruolo di nemico numero uno.
In ogni caso, rispetto ai primi due libri Resident Evil: City of the Dead è sicuramente migliore: più articolato, intrigante e con personaggi caratterizzati sufficientemente bene. L'edizione curata da Andrea Rubbini è ben fatta e, fatta eccezione per sporadici errori di battitura, raggiunge livelli soddisfacenti.
Titolo: Resident Evil: Underworld
Autore: S.D. Perry
Editore: Multiplayer.it Edizioni
Genere: romanzo
Argomento: fantascienza
Pagine: 248
Al secondo romanzo originale basato sull'universo Capcom, S.D. Perry compie un passo falso. Invece di sfruttare l'occasione per creare qualcosa di complementare al videogame, l'autrice si limita a ripetere il canovaccio di Caliban Cove con una trama lineare e talvolta risibile. Mentre Jill, Chris e Barry sono impegnati in Europa, il team Exeter capitanato da David Trapp (a cui si aggiungono Claire e Leon) riceve una nuova dritta da parte del misterioso Trent: incastrare la Umbrella recuperando un libro con i codici segreti nell'ennesimo laboratorio sotterraneo, sito questa volta in Utah.
La vicenda parte col piede giusto lasciando spazio a un buon grado di suspence. La squadra deve infatti infiltrarsi furtivamente nel laboratorio, rubare il libro e filarsela senza destare sospetti. Il fatto che non vi siano infestazioni di non-morti è una novità per la serie che lascia ben sperare. Ma quando il team si divide finendo nella trappola orchestrata da Mister Blu - ovvero Reston, il pezzo grosso a capo del laboratorio - inizia un irreversibile calo di tono che banalizza all'inverosimile la trama.
Pur non essendo tratto da alcun videogioco, Underworld è infatti più "videogame" dei predecessori. Ci sono stanze chiuse da superare con tanto di boss mutanti al limite dell'accettabilità, fra cui scorpioni giganti e stambecchi che sputano acido. Il tutto orchestrato da un poco credibile Mister Blu che soffre di isteria e di crisi di persecuzione.
I romanzi di Resident Evil sono sempre stati delle letture leggére ma incalzanti e godibili. Per la prima volta abbiamo a che fare con un romanzo che rischia di annoiare non tanto per l'assenza di azione - che è sempre presente in dosi massicce - ma per l'incapacità di interessare e stimolare il lettore a lungo termine. Si salva solo il finale, dove l'autrice spende una manciata di pagine per rivelare finalmente la figura enigmatica di Trent, dando senso alle sue azioni nei libri precedenti. Ma tutto il resto lascia parecchio a desiderare.
Titolo: Resident Evil: City of the Dead
Autore: S.D. Perry
Editore: Multiplayer.it Edizioni
Genere: romanzo
Argomento: fantascienza
Pagine: 297
Il terzo romanzo di S.D. Perry ripercorre piuttosto fedelmente gli avvenimenti narrati in Resident Evil 2 (scenario A di Leon e B di Claire). Leon e Claire - neo-assunto nella polizia il primo e alla ricerca del fratello la seconda - sono loro malgrado invischiati nel disastro batteriologico che ha trasformato la cittadina di Raccon City in una vera e propria città dei morti. Oltre al T-virus che ha trasformato gli abitanti in zombi affamati, devono vedersela con i nuovi esperimenti della Umbrella fra cui i mostruosi risultati del nuovo G-virus studiato dallo scienziato William Birkin.
Alternando i punti di vista fra i due protagonisti, il romanzo offre un quadro piuttosto preciso degli avvenimenti, aggiungendo qualche dettaglio inedito: è interessante l'approfondimento della personalità paranoica e macabra di Irons, il capo della polizia, così come la migliore caratterizzazione del rapporto che si crea fra Leon e Ada Wong, il cui scopo è recuperare un campione del G-virus. L'autrice ha svolto un discreto lavoro per collocare City of the Dead all'interno della saga, introducendo personaggi come Trent e il team Exeter visto in Caliban Cove, anche se ciò ha comportato alcune discrepanze con il materiale originale.
Fortunatamente sono stati messi da parte parecchi dei puzzle del gioco in favore di una narrazione più scorrevole e incalzante, che rende la lettura di City of the Dead piacevole anche per chi non ha provato il videogame originale. Purtroppo permane una certa carenza nei retroscena e negli elementi descrittivi, forse per favorire il ritmo a discapito di una maggiore immedesimazione. Sarebbe stato interessante scoprire più informazioni circa il lavoro dei coniugi Birkin e gli effetti del G-virus, oppure avere un quadro d'insieme sulla Umbrella, che invece rimane un'entità quasi astratta col ruolo di nemico numero uno.
In ogni caso, rispetto ai primi due libri Resident Evil: City of the Dead è sicuramente migliore: più articolato, intrigante e con personaggi caratterizzati sufficientemente bene. L'edizione curata da Andrea Rubbini è ben fatta e, fatta eccezione per sporadici errori di battitura, raggiunge livelli soddisfacenti.
Titolo: Resident Evil: Underworld
Autore: S.D. Perry
Editore: Multiplayer.it Edizioni
Genere: romanzo
Argomento: fantascienza
Pagine: 248
Al secondo romanzo originale basato sull'universo Capcom, S.D. Perry compie un passo falso. Invece di sfruttare l'occasione per creare qualcosa di complementare al videogame, l'autrice si limita a ripetere il canovaccio di Caliban Cove con una trama lineare e talvolta risibile. Mentre Jill, Chris e Barry sono impegnati in Europa, il team Exeter capitanato da David Trapp (a cui si aggiungono Claire e Leon) riceve una nuova dritta da parte del misterioso Trent: incastrare la Umbrella recuperando un libro con i codici segreti nell'ennesimo laboratorio sotterraneo, sito questa volta in Utah.
La vicenda parte col piede giusto lasciando spazio a un buon grado di suspence. La squadra deve infatti infiltrarsi furtivamente nel laboratorio, rubare il libro e filarsela senza destare sospetti. Il fatto che non vi siano infestazioni di non-morti è una novità per la serie che lascia ben sperare. Ma quando il team si divide finendo nella trappola orchestrata da Mister Blu - ovvero Reston, il pezzo grosso a capo del laboratorio - inizia un irreversibile calo di tono che banalizza all'inverosimile la trama.
Pur non essendo tratto da alcun videogioco, Underworld è infatti più "videogame" dei predecessori. Ci sono stanze chiuse da superare con tanto di boss mutanti al limite dell'accettabilità, fra cui scorpioni giganti e stambecchi che sputano acido. Il tutto orchestrato da un poco credibile Mister Blu che soffre di isteria e di crisi di persecuzione.
I romanzi di Resident Evil sono sempre stati delle letture leggére ma incalzanti e godibili. Per la prima volta abbiamo a che fare con un romanzo che rischia di annoiare non tanto per l'assenza di azione - che è sempre presente in dosi massicce - ma per l'incapacità di interessare e stimolare il lettore a lungo termine. Si salva solo il finale, dove l'autrice spende una manciata di pagine per rivelare finalmente la figura enigmatica di Trent, dando senso alle sue azioni nei libri precedenti. Ma tutto il resto lascia parecchio a desiderare.
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