Negli uffici milanesi di Halifax abbiamo provato in anteprima Dark Void, in compagnia del produttore Morgan Gray che ci ha raccontato come le migliori idee vengano a galla davanti a un bicchierino.
Dark Void
Sviluppatore: Airtight Studios
Editore: Capcom
Distributore: Halifax
Genere: Sparatutto/Azione
Piattaforma: PC, PlayStation 3, Xbox 360
Data di lancio: 15 gennaio 2010
L’idea di Airtight Studios è stata sempre quella di creare un titolo d’azione in cui agilità e velocità fossero i veri protagonisti, insieme allo sfruttamento della dimensione verticale spesso assente negli sparatutto in terza persona. Un paio di anni addietro nacque così il concetto di un eroe che si muovesse nello spazio grazie a una protesi allungabile: peccato che poco tempo dopo Capcom rivelasse al mondo un progetto legato a Bionic Commando. Così, davanti a un drink al pub vicino all’ufficio, un gruppo di programmatori di Airtight ha iniziato a ragionare a ruota libera su come svincolarsi dall’empasse. “Perchè non gli mettiamo un jetpack?” propose il designer. L’idea piacque subito e, con gli inevitabili riferimenti a The Rocketeer, fu messa in pratica.
Nacque così Dark Void come lo vediamo ora, raccontato direttamente dal producer Morgan Gray durante la tappa italiana del press tour. Uno sparatutto in terza persona dall’atmosfera fantascientifica che miscela azione a piedi e aerea. Nel primo caso, Dark Void non è diverso dagli altri titoli del genere, compresa la meccanica di coperture a là Gears of War. Basta premere un tasto, però, e Will attiva il jetpack, librandosi nello spazio aereo per studiare meglio la situazione, fuggire dalle imboscate o per combattere contro i velivoli nemici. Il sistema di volo è intuitivo e ricalca da vicino quello dei simulatori: Airtight Studios ha molta esperienza in materia, visto che diversi membri hanno lavorato su Crimson Skies per Xbox.
Spiccare il volo costituisce un elemento strategico aggiuntivo, grazie al quale è possibile attaccare alle spalle gli avversari, oppure cercare degli anfratti dove dedicarsi all’attività di cecchinaggio. Gli scontri aerei sono fluidi e stilosi – con la possibilità di invertire la rotta di 180°, lasciarsi andare in caduta libera e di bloccare la telecamera su un avversario – e non mancano dei semplici quick time events per impadronirsi delle navicelle ostili. L’uso del jetpack diviene così integrale all’azione che Airtight Studios ha deciso di non porre limiti al carburante. Una sorta di Arizona aliena con tanto di canyon fa da sfondo al livello dimostrativo, talmente ampio da permettere lunghi voli prima di incontrare i classici bordi invisibili che costringono a fare dietrofront.
Il risultato è uno sparatutto in terza persona dal sapore diverso rispetto a quanto già visto: più dinamico, libero e veloce. Purtroppo il jetpack non sarà disponibile per tutta la prima parte dell’avventura, quando Will arriva nella dimensione aliena dopo un incidente nel Triangolo delle Bermuda. Dovrà unirsi ai relitti dell’umanità e a Nikola Tesla – unica figura storica del gioco che si occupa di rielaborare la tecnologia aliena – prima di conquistare l’abilità di volare. Anche a piedi, comunque, Will ha alcune strategie inedite, come il combattimento verticale che gli permette di appendersi alle sporgenze e di trarne riparo per sparatorie sul filo del rasoio.
Lascia ben sperare l’intelligenza artificiale, che durante la prova si è dimostrata attenta ai nostri movimenti e all’ambiente circostante, tanto da sfruttare doverosamente le coperture offerte. IA e vicenda saranno il banco di prova principale, visto che Dark Void è un gioco prettamente single player. La meccanica di gioco è arricchita da un sistema di potenziamento di armi e jetpack su tre livelli e da boss di fine livello in pieno stile Capcom. La longevità dell’avventura è al momento ignota, ma la possibilità di rigiocare a proprio piacimento i singoli livelli per potenziare più armi possibile dovrebbe prolungarne la vita.
Attingendo dalle teorie di cospirazione aliena, secondo le quali la storia umana sarebbe influenzata da volontà extraterrestri, il filone narrativo di Dark Void si arrotola attorno alla presa di coscienza del protagonista di un mondo diverso dal nostro. Con l’obiettivo primario di tornare alla propria dimensione sulla leggendaria Arca, Will imparerà presto che il fine ultimo del proprio compito è di impedire l’invasione aliena della Terra. Come ha raccontato Morgan Gray, Airtight Studios ha voluto creare un personaggio “emozionale”: un eroe con un volto ben preciso, senza maschere che velassero i suoi sentimenti.
Dark Void sfrutta una versione dell’Unreal Engine 3 opportunamente adattata per disegnare ambienti di largo respiro. I livelli mostrati variano dal verde delle foreste al metallo della nave aliena, passando per i panorami brulli della già citata Arizona aliena. Sebbene sia evidente una certa linearità, la facoltà di approcciare le situazioni in maniera differente sembra garantire un buon grado di personalizzazione dell’azione. Sotto il profilo tecnico, Dark Void compensa texture non proprio eccelse con una discreta fluidità.
Potrebbe essere comunque un piccolo difetto in confronto al grado d’azione che Dark Void e Morgan Gray promettono. Con l’affollamento di sparatutto in prima e in terza persona, Dark Void sembra avere le carte in regola per offrire qualcosa di diverso ai giocatori di PC, PlayStation 3 e Xbox 360. L’appuntamento con il verdetto finale è fissato per il 15 gennaio 2010.
Dark Void
Sviluppatore: Airtight Studios
Editore: Capcom
Distributore: Halifax
Genere: Sparatutto/Azione
Piattaforma: PC, PlayStation 3, Xbox 360
Data di lancio: 15 gennaio 2010
L’idea di Airtight Studios è stata sempre quella di creare un titolo d’azione in cui agilità e velocità fossero i veri protagonisti, insieme allo sfruttamento della dimensione verticale spesso assente negli sparatutto in terza persona. Un paio di anni addietro nacque così il concetto di un eroe che si muovesse nello spazio grazie a una protesi allungabile: peccato che poco tempo dopo Capcom rivelasse al mondo un progetto legato a Bionic Commando. Così, davanti a un drink al pub vicino all’ufficio, un gruppo di programmatori di Airtight ha iniziato a ragionare a ruota libera su come svincolarsi dall’empasse. “Perchè non gli mettiamo un jetpack?” propose il designer. L’idea piacque subito e, con gli inevitabili riferimenti a The Rocketeer, fu messa in pratica.
Nacque così Dark Void come lo vediamo ora, raccontato direttamente dal producer Morgan Gray durante la tappa italiana del press tour. Uno sparatutto in terza persona dall’atmosfera fantascientifica che miscela azione a piedi e aerea. Nel primo caso, Dark Void non è diverso dagli altri titoli del genere, compresa la meccanica di coperture a là Gears of War. Basta premere un tasto, però, e Will attiva il jetpack, librandosi nello spazio aereo per studiare meglio la situazione, fuggire dalle imboscate o per combattere contro i velivoli nemici. Il sistema di volo è intuitivo e ricalca da vicino quello dei simulatori: Airtight Studios ha molta esperienza in materia, visto che diversi membri hanno lavorato su Crimson Skies per Xbox.
Spiccare il volo costituisce un elemento strategico aggiuntivo, grazie al quale è possibile attaccare alle spalle gli avversari, oppure cercare degli anfratti dove dedicarsi all’attività di cecchinaggio. Gli scontri aerei sono fluidi e stilosi – con la possibilità di invertire la rotta di 180°, lasciarsi andare in caduta libera e di bloccare la telecamera su un avversario – e non mancano dei semplici quick time events per impadronirsi delle navicelle ostili. L’uso del jetpack diviene così integrale all’azione che Airtight Studios ha deciso di non porre limiti al carburante. Una sorta di Arizona aliena con tanto di canyon fa da sfondo al livello dimostrativo, talmente ampio da permettere lunghi voli prima di incontrare i classici bordi invisibili che costringono a fare dietrofront.
Il risultato è uno sparatutto in terza persona dal sapore diverso rispetto a quanto già visto: più dinamico, libero e veloce. Purtroppo il jetpack non sarà disponibile per tutta la prima parte dell’avventura, quando Will arriva nella dimensione aliena dopo un incidente nel Triangolo delle Bermuda. Dovrà unirsi ai relitti dell’umanità e a Nikola Tesla – unica figura storica del gioco che si occupa di rielaborare la tecnologia aliena – prima di conquistare l’abilità di volare. Anche a piedi, comunque, Will ha alcune strategie inedite, come il combattimento verticale che gli permette di appendersi alle sporgenze e di trarne riparo per sparatorie sul filo del rasoio.
Lascia ben sperare l’intelligenza artificiale, che durante la prova si è dimostrata attenta ai nostri movimenti e all’ambiente circostante, tanto da sfruttare doverosamente le coperture offerte. IA e vicenda saranno il banco di prova principale, visto che Dark Void è un gioco prettamente single player. La meccanica di gioco è arricchita da un sistema di potenziamento di armi e jetpack su tre livelli e da boss di fine livello in pieno stile Capcom. La longevità dell’avventura è al momento ignota, ma la possibilità di rigiocare a proprio piacimento i singoli livelli per potenziare più armi possibile dovrebbe prolungarne la vita.
Attingendo dalle teorie di cospirazione aliena, secondo le quali la storia umana sarebbe influenzata da volontà extraterrestri, il filone narrativo di Dark Void si arrotola attorno alla presa di coscienza del protagonista di un mondo diverso dal nostro. Con l’obiettivo primario di tornare alla propria dimensione sulla leggendaria Arca, Will imparerà presto che il fine ultimo del proprio compito è di impedire l’invasione aliena della Terra. Come ha raccontato Morgan Gray, Airtight Studios ha voluto creare un personaggio “emozionale”: un eroe con un volto ben preciso, senza maschere che velassero i suoi sentimenti.
Dark Void sfrutta una versione dell’Unreal Engine 3 opportunamente adattata per disegnare ambienti di largo respiro. I livelli mostrati variano dal verde delle foreste al metallo della nave aliena, passando per i panorami brulli della già citata Arizona aliena. Sebbene sia evidente una certa linearità, la facoltà di approcciare le situazioni in maniera differente sembra garantire un buon grado di personalizzazione dell’azione. Sotto il profilo tecnico, Dark Void compensa texture non proprio eccelse con una discreta fluidità.
Potrebbe essere comunque un piccolo difetto in confronto al grado d’azione che Dark Void e Morgan Gray promettono. Con l’affollamento di sparatutto in prima e in terza persona, Dark Void sembra avere le carte in regola per offrire qualcosa di diverso ai giocatori di PC, PlayStation 3 e Xbox 360. L’appuntamento con il verdetto finale è fissato per il 15 gennaio 2010.
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