Recensione/ Pure

Fango, polvere ed evoluzioni spettacolari sono gli ingredienti del nuovo titolo di corse off-road di Disney Interactive, che sorprende per qualità e giocabilità. A patto di essere armati di una buona dose di pazienza

Pure
Sviluppatore: Black Rock Studio
Editore: Disney Interactive Studios
Distributore: Disney Interactive
Genere: Corse/Arcade
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC e PlayStation 3)
Titoli correlati: Motorstorm (PlayStation 3), Excite Truck (Wii), MX vs ATV Untamed (PlayStation 2, PlayStation 3, Xbox 360, Wii), SSX (PlayStation 2)

Mashed Potatoes

Di tanto in tanto un gioco evade dall’ormai comune macchina dell’hype e si fa notare grazie alla reale qualità invece di cumuli di comunicati stampa altisonanti. E’ il caso di Pure, nuovo titolo di corse off-road edito da Disney Interactive il cui concetto richiama da vicino un SSX su quattro ruote. Alla guida di ATV completamente personalizzabili per aspetto e caratteristiche, siamo chiamati a competere in un campionato su tracciati sterrati facendo largo uso di trick ed acrobazie di ogni genere. Dossi e rampe diverranno magici trampolini per librarsi in aria ed esibirsi in oltre 30 evoluzioni con l’ausilio della leva analogica sinistra e dei tasti frontali.

Il sistema di trick è ben congegnato e lascia spazio a un buon livello di personalizzazione delle acrobazie, mappate in ordine di complessità sui tasti A, B e Y. Per sfruttare i trick più complessi è necessario caricare la barra del turbo che, una volta completa, offre l’accesso alle immancabili acrobazie speciali. In tutto questo, le combo sono una pratica vitale per ricaricare più velocemente il turbo e garantirsi i trick più spettacolari, facendo anche uso della tecnica di perfezionamento dei trick tramite i tasti dorsali del pad. E’ evidente che Pure non è adatto per chi cerca i tecnicismi o il realismo delle corse, in quanto i trick costituiscono più della metà del divertimento. Nonostante le fantasiose evoluzioni, Pure richiede un tempismo e una precisione nelle esecuzioni e negli atterraggi da risultare un titolo più impegnativo del previsto.

Non sono rari i casi in cui ci si trova a gambe all’aria a causa di un trick malriuscito e, se da un lato il gioco riposiziona l’ATV sul percorso dopo pochissimi attimi con la riduzione di un livello di turbo, dall’altro è fin troppo facile passare dalla prima all’ultima posizione senza quasi l’umana possibilità di recuperare una posizione decente. L’intelligenza artificiale è particolarmente combattiva e si adatta fin troppo velocemente all’abilità del giocatore, creando dei picchi di difficoltà un po’ troppo elevati: sono sufficienti una manciata di gare in prima posizione per far salire drasticamente l’intelligenza degli avversari, che risultano inspiegabilmente più veloci del giocatore e infallibili nelle evoluzioni. Spesso la difficoltà non è dovuta solo all’IA avversaria, ma alla perfezione richiesta durante le gare, un concetto che fa a pugni con lo stile di gioco impostato.

Pure richiede molto impegno e dedizione da cui scaturisce soddisfazione e frustrazione allo stesso tempo, inversamente proporzionale alla pazienza di cui si dispone: un solo errore e si è costretti a ripetere la gara. E’ forse l’unico neo (altamente soggettivo) di un titolo che altrimenti brilla sotto tutti gli aspetti. I tre eventi a disposizione – gara, freestyle e sprint – costituiscono dei diversivi efficaci alla formula di base e costringono il giocatore a creare diversi ATV a seconda dei tracciati. La personalizzazione è particolatmente approfondita in quanto permette di costruire il proprio mezzo scegliendo pezzo per pezzo a seconda dell’estetica e delle caratteristiche. Ciascun componente – dal telaio alle forcelle – influenza i parametri dell’ATV di stabilità, accelerazione, velocità, turbo e via discorrendo, offrendo una vasta gamma di combinazioni. Le differenze su strada, purtroppo, non sono così evidenti di primo acchitto, ma il giocatore più assiduo non mancherà di apprezzare anche le minime modifiche alla tenuta di strada.

I circuiti di gara – una quindicina in totale da cui vengono ritagliate alcune sezioni per il freestyle e le corse sprint – sono ottimamente disegnati e vantano ambientazioni ricche, animate e disseminate di scorciatoie e percorsi alternativi, indispensabili per annientare la suddetta super-intelligenza artificiale. A differenza di Motorstorm, i circuiti di Pure non sono esplorabili per intero: dei muri invisibili tengono il giocatore in strada, pena il riposizionamento del mezzo sulla retta via. Sotto il profilo tecnico, invece, Pure è davvero eccellente. L’uso dei colori saturi rende anche il più brullo dei terreni una gioia per gli occhi, mentre il motore grafico non ha problemi nel gestire tale mole poligonale e un orizzonte a perdita d’occhio (fatta eccezione per qualche trascurabilissimo pop-up). Gli sviluppatori hanno raggiunto un grado di pulizia audiovisiva impressionante, evidente anche nel comparto audio, caratterizzato da musiche rockeggianti e da un doppiaggio in italiano decisamente superiore alla media.

Completo, avvincente e ben fatto, Pure è un titolo che come pochi sa stupire sbucando quasi dal nulla. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, non è un titolo accessibile a tutti a causa della complessità e completezza dei trick e della curva di difficoltà rampante, ma è in grado di dare grandi soddisfazioni a chi vorrà metterlo alla prova. Il gioco online costituisce ulteriore linfa vitale dopo aver concluso la non troppo longeva modalità carriera ma, come accade spesso per giochi minori, al momento è piuttosto arduo trovare piloti in rete.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: costruzione ATV pezzo per pezzo; circuiti ben disegnati; sistema di trick appropriato e completo; tecnicamente ottimo;
Replay Value: Buono. Modalità onlline promettente, ma al momento carente di partecipanti
Aspetti Negativi: difficoltà spinosa; può divenire frustrante; assenza di regolazioni di difficoltà; circuiti con muri invisibili
In Sintesi: Pure stupisce sotto tutti gli aspetti rivelandosi un ottiimo titolo di corse che concede pochi compromessi alla concorrenza più blasonata. Un inizio con scintille per Black Rock Studio

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