Meno 21 giorni al 29 Aprile. Tre settimane esatte al lancio di uno dei titoli più attesi degli ultimi anni - parole spesso sentite e ripetute a scopo promozionale, ma quanto mai vere per Grand Theft Auto IV. A poco meno di due anni dal primo annuncio ufficiale avvenuto durante la conferenza Microsoft dell'E3 2006 e dopo un ritardo di circa sei mesi sulla tabella di marcia, il sogno di milioni di videogiocatori si appresta a divenire realtà.
E già i rivenditori mettono le mani avanti, preannunciando disponibilità inferiori alla domanda e interrompendo i preordini arrivati già a quote straordinarie. Un lancio che, insieme a pochi altri titoli, può davvero definirsi più unico che raro, conteso fin dal principio fra le Microsoft e Sony. Laddove la prima annunciava l'evento sulla piattaforma Xbox 360, l'altra ne sminuiva l'importanza; quando Microsoft pigiava il piede sui contenuti scaricabili esclusivi, Sony ne dichiarava la scarsa utilità a causa delle fondamenta "PlayStation-iane" dei fan del franchise. Ma entrambe si coccolano uno dei maggiori figli dell'anno come il pargolo dalle uova d'oro.
E cosa dovrebbe dire Electronic Arts, decisa a mettere le mani su Take-Two - publisher del gioco - ma costretta ad attendere il lancio commerciale del gioco, che presumibilmente farà salire alle stelle le azioni del publisher alle spalle di Rockstar? Probabilmente i boss del gigante nordamericano si staranno mangiando le mani per non essersi mossi per tempo, quando Take-Two e Rockstar erano nell'occhio del ciclone per via di Bully, Manhunt, dei contenuti scabrosi di San Andreas e del ritardo dello stesso GTA IV.
Il viaggio di GTA IV verso la casa dei videogiocatori è stato costellato da favolose azioni di marketing che hanno condotto al delirio gli appassionati anche solo all'annuncio della copertina del gioco, alla pubblicazione del primo trailer o alle uscite pazzesche delle consuete voci di corridoio. E i vari siti Internet si sono sollazzati con milioni di visite a qualunque notizia, anche insulsa, che riportasse il nome Grand Theft Auto, un vecchio trucco comunemente sfruttato nell'editoria online. Gli aficionados hanno già da parte il denaro per accaparrarsi una delle succulenti edizioni speciali, mentre in rete aleggiano delle quantomai probabili voci di un bundle con PlayStation 3. Una vera e propria febbre consumistica, insomma.
Di Grand Theft Auto IV si sa tutto e niente. Sarà più ampio, più libero, più coinvolgente che mai e, senza entrare nei dettagli, ci basta per salivare per le prossime tre settimane. A questo aggiungiamo ben 15 modalità online, fra cui delle vere e proprie corse su quattro ruote e la promessa di poter condividere in rete tutta la città presente nel gioco, tanto da dimenticarsi della modalità offline. I dettagli si sprecano, ma personalmente preferisco lasciarli dove sono per assaporare di prima mano quanto ha in serbo, per la prima volta.
Ebbene sì, non sono un appassionato di Grand Theft Auto. Sarà per la mia vena anti-massa o per la mia eccessiva sensibilità al frame rate incostante (difetto terribilmente evidente nei precedenti capitoli), o ancora per il poco tempo da dedicare a giochi "open-world". Grand Theft Auto IV sarà probabilmente il primo gioco della serie che affronterò e, con le aspettative altissime che tutti noi abbiamo, farà meglio a non deluderci.
E già i rivenditori mettono le mani avanti, preannunciando disponibilità inferiori alla domanda e interrompendo i preordini arrivati già a quote straordinarie. Un lancio che, insieme a pochi altri titoli, può davvero definirsi più unico che raro, conteso fin dal principio fra le Microsoft e Sony. Laddove la prima annunciava l'evento sulla piattaforma Xbox 360, l'altra ne sminuiva l'importanza; quando Microsoft pigiava il piede sui contenuti scaricabili esclusivi, Sony ne dichiarava la scarsa utilità a causa delle fondamenta "PlayStation-iane" dei fan del franchise. Ma entrambe si coccolano uno dei maggiori figli dell'anno come il pargolo dalle uova d'oro.
E cosa dovrebbe dire Electronic Arts, decisa a mettere le mani su Take-Two - publisher del gioco - ma costretta ad attendere il lancio commerciale del gioco, che presumibilmente farà salire alle stelle le azioni del publisher alle spalle di Rockstar? Probabilmente i boss del gigante nordamericano si staranno mangiando le mani per non essersi mossi per tempo, quando Take-Two e Rockstar erano nell'occhio del ciclone per via di Bully, Manhunt, dei contenuti scabrosi di San Andreas e del ritardo dello stesso GTA IV.
Il viaggio di GTA IV verso la casa dei videogiocatori è stato costellato da favolose azioni di marketing che hanno condotto al delirio gli appassionati anche solo all'annuncio della copertina del gioco, alla pubblicazione del primo trailer o alle uscite pazzesche delle consuete voci di corridoio. E i vari siti Internet si sono sollazzati con milioni di visite a qualunque notizia, anche insulsa, che riportasse il nome Grand Theft Auto, un vecchio trucco comunemente sfruttato nell'editoria online. Gli aficionados hanno già da parte il denaro per accaparrarsi una delle succulenti edizioni speciali, mentre in rete aleggiano delle quantomai probabili voci di un bundle con PlayStation 3. Una vera e propria febbre consumistica, insomma.
Di Grand Theft Auto IV si sa tutto e niente. Sarà più ampio, più libero, più coinvolgente che mai e, senza entrare nei dettagli, ci basta per salivare per le prossime tre settimane. A questo aggiungiamo ben 15 modalità online, fra cui delle vere e proprie corse su quattro ruote e la promessa di poter condividere in rete tutta la città presente nel gioco, tanto da dimenticarsi della modalità offline. I dettagli si sprecano, ma personalmente preferisco lasciarli dove sono per assaporare di prima mano quanto ha in serbo, per la prima volta.
Ebbene sì, non sono un appassionato di Grand Theft Auto. Sarà per la mia vena anti-massa o per la mia eccessiva sensibilità al frame rate incostante (difetto terribilmente evidente nei precedenti capitoli), o ancora per il poco tempo da dedicare a giochi "open-world". Grand Theft Auto IV sarà probabilmente il primo gioco della serie che affronterò e, con le aspettative altissime che tutti noi abbiamo, farà meglio a non deluderci.
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