Guardandomi alle spalle e tornando indietro di circa un anno, mi accorgo che sono cambiate tante cose. La "Crackhouse" è nata poichè la chiusura di Highscore.it mi faceva sentire senza nulla fra le mani. Abituato come ero a recensire e sfornare news a profusione, essere senza un "lavoro nel tempo libero" mi aveva spiazzato. Con tanti buoni propositi ho cercato di portare avanti Enter the Crackhouse in maniera coerente e puntuale, non sempre riuscendoci, però. Già una volta mi sono lamentato delle troppe notizie non-notizie che girano in rete e che fanno perdere il gusto di riportarle ai propri lettori. Sicchè, ho iniziato ad attraversare un periodo di stanca, durante il quale gli aggiornamenti di Enter the Crackhouse sono divenuti addirittura settimanali. Pensavo fosse il sintomo della graduale perdita di interesse verso il mercato videoludico dovuta all'indigestione di giochi e notizie, coadiuvata dall'età che avanza, il lavoro (quello vero) che straripa, una casa da mettere in piedi e così via.
Invece mi sbagliavo.
Il piacere di giocare non è diminuito. Anzi, è aumentato esponenzialmente. Con Okami, poi Psychonauts e ora Excite Truck ho ritrovato il gusto di prendermi il mio tempo per dedicarlo - non interamente, naturalmente - a un gioco particolare fino a sviscerarlo fino in fondo. Avendo fra le mani almeno una manciata di titoli da provare a settimana, mi ero dimenticato di quanto fosse soddisfacente entrare nel vivo del gioco senza doverlo abbandonare dopo poche ore per scrivere la recensione, per poi passare a quello successivo. Solevo chiamarmi "Hardcore gamer", mentre in realtà ero divenuto ancor meno di un casual gamer. Mi sono accorto che, probabilmente, trascurare quella che a tutti gli effetti è una passione che dura da oltre vent'anni non era la strada migliore.
Il mio divertimento a scapito, però, di Enter the Crackhouse, che si è notevolmente ridotto nei contenuti e, probabilmente, anche nella qualità delle informazioni. Non è certo un requiem: Enter the Crackhouse andrà avanti, magari a rilento, ma avrò sempre qualcosa da dire su quell'ammasso di pixel che mi intrattengono per ore. Con questo post, il mio desiderio è solo quello di condividere con voi lettori un piacere ritrovato. Quello di "giocare".
Invece mi sbagliavo.
Il piacere di giocare non è diminuito. Anzi, è aumentato esponenzialmente. Con Okami, poi Psychonauts e ora Excite Truck ho ritrovato il gusto di prendermi il mio tempo per dedicarlo - non interamente, naturalmente - a un gioco particolare fino a sviscerarlo fino in fondo. Avendo fra le mani almeno una manciata di titoli da provare a settimana, mi ero dimenticato di quanto fosse soddisfacente entrare nel vivo del gioco senza doverlo abbandonare dopo poche ore per scrivere la recensione, per poi passare a quello successivo. Solevo chiamarmi "Hardcore gamer", mentre in realtà ero divenuto ancor meno di un casual gamer. Mi sono accorto che, probabilmente, trascurare quella che a tutti gli effetti è una passione che dura da oltre vent'anni non era la strada migliore.
Il mio divertimento a scapito, però, di Enter the Crackhouse, che si è notevolmente ridotto nei contenuti e, probabilmente, anche nella qualità delle informazioni. Non è certo un requiem: Enter the Crackhouse andrà avanti, magari a rilento, ma avrò sempre qualcosa da dire su quell'ammasso di pixel che mi intrattengono per ore. Con questo post, il mio desiderio è solo quello di condividere con voi lettori un piacere ritrovato. Quello di "giocare".
Commenti
Posta un commento