Evento/ Incontro pre-E3 con Activision

Tenere la bocca chiusa per due settimane quando si è visto qualcosa di speciale è ben più arduo di quanto si possa pensare. Oggi, finalmente, cade l’embargo che ha tenuto velati i commenti della stampa circa l’evento organizzato da Activision il 22 giugno, in cui i giornalisti italiani – per la prima volta, ha sottolineato Francesca Carotti, PR Manager dell’azienda – hanno potuto visionare in anteprima i titoli mostrati a partire da questo pomeriggio all’americanissimo E3. Con l’aiuto di Blake Hennon della divisione statunitense di Activision, siamo stati portati per mano attraverso la line up invernale per console di nuova generazione e non.

Fra licenze cinematografiche e franchise pluridecorati, potrebbe sembrare che Activision abbia esaurito la propria vena creativa finendo inesorabilmente per fossilizzarsi sui nomi noti dell’industria videoludica. E’ sicuramente questo il primo pensiero che balza in mente quando la lista dei titoli in presentazione comprende una nuova avventura dell’Uomo Ragno, lo spin off dell’orco buonino di Dreamworks, l’ennesimo capitolo dedicato al “pilota di skate” Antonio Falco e l’annunciata nuova chiamata al dovere per un servizio militare che non conosce congedo. Eppure, al termine della presentazione, era inevitabile scorgere dei gran sorrisi sulle facce dei presenti, segno inconfutabile di una soddisfazione che viene dal profondo della propria passione videoludica. Col rischio di sembrare troppo celebrativo – qualcheduno non è stato colpito quanto gli altri, è inevitabile –, penso che Activision abbia trovato il modo di rinvigorire quanto aveva nelle proprie mani per renderlo più attuale che mai. Non si sta reinventando certo la ruota, ma quel che è sicuro è che la si sta utilizzando al meglio.

I titoli della line-up sono stati presentati in forma giocabile nella versione per Xbox 360 - fatta eccezione per Guitar Hero III.in video -, ma il controller è rimasto saldamente nelle mani di Blake tranne durante una sessione in co-op a Spider-Man: Friend or Foe.

Piattaforme: Xbox 360, Wii, PC, PlayStation 2

Tratto dall’omonimo lungometraggio che giungerà in Italia a fine Agosto, Shrek Terzo è un titolo indirizzato a un’utenza particolarmente giovane. A essi è dedicato il gameplay semplice e senza troppi cavilli, che fa di tutto per offrire un’esperienza di gioco varia grazie alla possibilità di controllare i diversi protagonisti, seppur in aree predefinite del gioco. Come ormai di consueto, non possono mancare i minigiochi, sei per la precisione, con cui svagarsi con gli amici. Shrek Terzo si presenta piuttosto bene sotto l’esame tecnico, con personaggi e ambientazioni ben modellati e, almeno nella versione in inglese, con il cast di doppiatori originali. Tutto sommato, Shrek Terzo si è rivelato il titolo meno entusiasmante della rassegna, probabilmente a causa dello schema di gioco “ordinario”.

Piattaforme: Xbox 360, Wii, PlayStation 2, PC

Come Shrek Terzo, anche Bee Movie è un gioco di derivazione cinematografica orientato a un pubblico di giovanissimi. Beenox, sviluppatore del gioco, è però riuscito a introdurre idee divertenti per offrire qualcosa di nuovo nel panorama delle licenze cinematografiche. Nei panni di un’ape, il giocatore dovrà affrontare innumerevoli ostacoli che danno luogo a sessioni di gioco differenti. Dapprima si deve raccogliere il polline dai fiori per impollinarne altri, poi ci si trova coinvolti in una sorta di corsa nel traffico, passando per sessioni di guida libera nella città delle api. Il tutto condito con una sana dose di umorismo che riprende la verve del film Dreamworks. E’ particolarmente interessante la sezione in cui, in una giornata piovosa, si deve utilizzare una sorta di bullet time per schivare tutte le gocce d’acqua e trovare riparo sotto una pensilina o un ombrello di un passante. Non mancano i Quick Time Events, che rendono determinate sezioni di gioco più concitate e cinematografiche. Bee Movie è stato concepito per Xbox 360, il che ha garantito una certa accuratezza nella realizzazione grafica, particolarmente gratificante grazie ad animazioni fluide e ambientazioni particolareggiate. Non siamo ai livelli del film animato come suggerito in un momento di euforia da Blake Hennon, ma i risultati sono sicuramente buoni.

Piattaforme: PlayStation 3, Xbox 360, Wii, PlayStation 2

Chi pensa che Neversoft sia alla frutta, si sbaglia. Il franchise di Activision è riuscito a stupire nuovamente grazie a una meccanica di gioco raffinata a livelli maniacali e a un’impressionante focus sulla community e sulla personalizzazione del gioco. Proprio riguardo la customizzazione, Neversoft ha creato quanto definisce “il primo gioco in grado di condividere contenuti generati dagli utenti”. Non si tratta solo della possibilità di scattare fotografie con una serie interminabile di filtri, oppure di montare video come se si fosse in sala di registrazione – cose che Tony Hawk’s Proving Ground offre in maniera magistrale -, bensì dell’opportunità di creare la propria Skate Lounge aggiungendo qualunque genere di attrezzatura sia utile per “skateare” al massimo e condividerla con altri giocatori. Un’altra opportunità di personalizzazione deriva dalla città stessa, che memorizza ogni oggetto aggiunto rendendolo persistente per le prossime partite. In pratica, è possibile trasformare la città di cemento che fa da sfondo al gioco in un enorme skate park. Come altri titoli nel panorama videoludico, anche Proving Ground lascia che le azioni del giocatore influenzino il corso della storia e l’evoluzione dello skater che controlla, grazie a tre parametri che ricordano le statistiche degli RPG. A seconda di come si gioca, del comportamento tenuto nei confronti dei passanti, ma soprattutto del tipo di trick effettuati, il proprio skater assumerà caratteristiche differenti. E il gameplay? E’ sempre Tony Hawk, gli appassionati non faticheranno a sentirsi nuovamente a casa, mentre i neofiti gradiranno la semplicità del sistema di controllo che rende l’esperienza di gioco spettacolare fin dalle prime partite. Tornano i “Nail the trick” visti in Project 8, ovviamente raffinati e variegati in numero e in genere. Sotto il profilo tecnico, quanto mostrato è a dir poco stupefacente, grazie all’impressionante livello di dettaglio sia di personaggi che della città nel suo complesso. Sebbene fosse una demo, il motore grafico ha mostrato di avere i muscoli e di saperli usare benone, a garanzia di un’ottima fluidità di gioco. Tony Hawk’s Proving Ground è stato il titolo da cui ci aspettavamo di meno e che invece ci ha spiazzati in pieno: non vediamo l’ora.

Piattaforme: Xbox 360, Wii, PlayStation 2, PC

Dopo il deludente Spider-Man 3 – sia al cinema e nel videogame –, fa piacere vedere che l’Uomo Ragno è tornato per riscattarsi. La meccanica di gioco di Spider-Man: Friend or Foe deriva direttamente da Xmen Legends e da Marvel: la Grande Alleanza. La particolarità consiste nel fatto che, una volta sconfitti i nemici principali, è possibile assoldarli portandoli a combattere nel proprio team. Non manca la modalità co-operativa in cui un secondo giocatore può entrare in qualunque momento in partita e prendere il controllo del gregario di Spider-Man. Lo stile grafico e il gameplay collaudato fanno di Spider-Man: Friend or Foe un titolo da tenere d’occhio per gli amanti dei supereroi Marvel e gli appassionati di titoli d’azione in generale.

Piattaforme: PlayStation 3, Xbox 360, PC

Infinity Ward riprende in mano il proprio franchise bellico dopo la pausa del terzo episodio e decide di abbandonare il Secondo Conflitto Mondiale per dedicarsi a qualcosa di più attuale, beneficiando di una storia originale, armi avanzate ambientazioni e situazioni di gioco del tutto nuove per la serie. Senza usare mezzi termini, il risultato è qualcosa di veramente eccezionale. Sarà stato l’impianto audio con i decibel a mille, oppure il gioco proiettato su un telo da conferenze, sta di fatto che Call of Duty 4 ha davvero dell’incredibile. Torna il discorso del “reinventare la ruota”: Infinity Ward ha confezionato un altro sparatutto in prima persona, con le solite migliorie del caso e le feature aggiunte che spesso servono solo a condire il retro della confezione. Il reale passo avanti risiede nel coinvolgimento che il giocatore trae dall’esperienza di gioco. Grazie a un comparto tecnico che mira all’eccellenza (e ben saldo sui 60 frame per secondo) e a una direzione artistica di altissimo livello, Call of Duty 4 offre un grado di immedesimazione stupefacente. Nel primo livello mostrato, un elicottero sopraggiunge su una petroliera nel mare burrascoso. Raggiunto il punto di attacco, la squadra del giocatore prende parte all’attacco ed è subito un susseguirsi di sparatorie ed effetti pirotecnici che fanno il verso ai blockbuster hollywoodiani. Esplosa una bomba nel posto sbagliato, la nave inizia l’inesorabile viaggio verso gli abissi, sicchè al giocatore non resta che la fuga verso la via di uscita, mentre la visuale si inclina sempre più riversando scrosci d’acqua nell’area di gioco. Nella seconda missione affrontata, il paragone con I Figli degli Uomini risulta azzeccato, in quanto siamo stati trasportati in una cittadina ormai piegata dai segni della guerra, in cui i proiettili sfrecciano copiosi verso il giocatore. A distanza di due settimane, quello che Call of Duty 4 mi ha lasciato è un mucchio di emozioni: difficile a credersi considerato che si tratta dell’ennesimo sparatutto bellico in prima persona. L’aspetto tecnico ha fatto sicuramente la parte del leone, ci ha abbagliato con tanti effetti speciali, ma se il gioco finale rimarrà fedele alla capacità di coinvolgere che ha mostrato la demo, saremo di fronte a un titolo davvero speciale.

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