Considerati i commenti più che positivi e la prossima distribuzione del secondo capitolo, ho deciso di dedicare le mie ore videoludiche a Kingdom Hearts, un action-RPG per PlayStation 2 di quasi quattro anni fa prodotto da Square Enix nel 2002. Per chi non lo conoscesse, la peculiarità del gioco risiede nel mix dei personaggi nipponici tipici del genere con le mascotte del mondo di Walt Disney. A differenza di quanto si potrebbe pensare, l'integrazione dei due universi e dei due stili è riuscita alla perfezione, allo stesso modo della resa poligonale delle ambientazioni viste nelle fiabe disneyane.
Ciò che non quadra in Kingdom Hearts è una serie di elementi che, solitamente, sono alla base di un buon videogioco. Il sistema di controllo lascia a desiderare, soprattutto a causa della pessima assegnazione dei tasti. E dire che il pad Sony ha pulsanti da vendere. Viene poi la cattiva rilevazione delle collisioni e il sistema di mira automatica che penalizzano i combattimenti, rendendoli spesso una mera operazione di button-smashing. Senza contare le terribili sequenze di viaggio fra un mondo e l'altro a bordo dell'astronave Gummy, una pessima imitazione del vecchio StarFox per Nintendo 64. A dire il vero, anche il sistema di personalizzazione della Gummy è solo una perdita di tempo: inutilmente complesso e poco appagante. Per fortuna i caricamenti sono brevi.
Classico esempio di style over substance, Kingdom Hearts è un gioco sicuramente sopravvalutato, anche se la realizzazione dei mondi è a dir poco eccelsa. Mi auguro che il secondo capitolo risolva questi problemi.
Ciò che non quadra in Kingdom Hearts è una serie di elementi che, solitamente, sono alla base di un buon videogioco. Il sistema di controllo lascia a desiderare, soprattutto a causa della pessima assegnazione dei tasti. E dire che il pad Sony ha pulsanti da vendere. Viene poi la cattiva rilevazione delle collisioni e il sistema di mira automatica che penalizzano i combattimenti, rendendoli spesso una mera operazione di button-smashing. Senza contare le terribili sequenze di viaggio fra un mondo e l'altro a bordo dell'astronave Gummy, una pessima imitazione del vecchio StarFox per Nintendo 64. A dire il vero, anche il sistema di personalizzazione della Gummy è solo una perdita di tempo: inutilmente complesso e poco appagante. Per fortuna i caricamenti sono brevi.
Classico esempio di style over substance, Kingdom Hearts è un gioco sicuramente sopravvalutato, anche se la realizzazione dei mondi è a dir poco eccelsa. Mi auguro che il secondo capitolo risolva questi problemi.