Slay the Princess, Metal: Hellsinger VR e The Bridge Curse 2: The Extrication

Ve le ricordate le avventure testuali? Quelle dove bisognava solo leggere e rispondere alle domande, in cui la schermata mostrava delle immagini fisse e con pochi colori. Non quelle super-hardcore, in cui bisognava scrivere le risposte, ma quelle giusto un po' più evolute. Ecco, nella puntata di questa settimana abbiamo parlato di Slay The Princess, un gioco che mi ha ricordato moltissimo quei tempi. In Slay the Princess non c'è gameplay attivo: ci sono situazioni e scelte multiple che definiscono il modo in cui rispondiamo o ci comportiamo. 

È un gioco che siamo sicuri farà storcere il naso a tanti giocatori che concepiscono il videogioco con un'interattività più attiva. Eppure Slay the Princess è un videogioco che ci rimarrà in testa a lungo, ne siamo sicuri. Tutto parte da delle semplici frasi pronunciate dal narratore del gioco: 

Ti ritrovi su un sentiero in mezzo ai boschi. E alla fine di questo sentiero si trova una capanna. E nella cantina di quella capanna c’è una principessa. Sei qui per ammazzarla. Se non lo farai, il mondo finirà.   

Così inizia l'avventura in Slay the Princess, un gioco che lascia il segno fin dall'inizio. Diverso dal solito, eccezionalmente profondo e sfaccettato. Un gioco di quelli che mi sento di consigliare a tutti, anche se so benissimo che non è un gioco per tutti.

Nella puntata di questa settimana trovate anche la prova di Metal: Hellsinger VR e di The Bridge Curse 2: The Extrication. Il primo è l'adattamento per PlayStation VR2 dello sparatutto in prima persona uscito un paio di anni fa sulle console tradizionali. Si spara a tempo di musica metal, e questo dovrebbe essere già sufficiente a farvi fare headbanging (anche se col visore sulla testa rischia di essere deleterio!). Non è riuscitissimo in tutte le sue componenti, ma è comunque un buon gioco che dà linfa vitale al visore di Sony.

The Bridge Curse 2 è invece un horror psicologico in prima persona che, pur rifacendosi ai tanti canoni di gameplay del genere, è riuscito a tenermi incollato al pad per tutte le 6 ore che ho impiegato per terminarlo. Ha dei personaggi azzeccati - non perché siano profondi, ma perché ti tirano dentro la storia, a volte anche mettendosi in ridicolo - e ha una storia che parte da un'infestazione e si trasforma in qualcosa di più personale. E proprio nel raccontare delle scene di carattere personale tira fuori il suo meglio con rappresentazioni di grande effetto.

Ecco i link per ascoltare e guardare la puntata:

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