Alaloth (intervista) e Dragon Age: The Veilguard

Nella puntata di questa settimana abbiamo fatto un'altra capatina (una lunga capatina, altroché!) nei retroscena videoludici. Abbiamo intervistato Alberto Belli, fondatore di Gamera Interactive e creatore di Alaloth: Champions of Four Kingdoms. La chiacchierata con Alberto ci ha aperto le porte per approfondire argomenti sullo sviluppo dei videogiochi che ancora non avevamo trattato qui su Console Generation. In particolare, quelli relativi a cosa può andare storto nel lancio di un videogioco che ti costringe a passare al piano B, poi al C... ma abbiamo parlato anche di soddisfazioni. Perché alla fine, nonostante le avversità, Alaloth è uscito nella sua versione finale su Steam, dopo un paio di anni di accesso anticipato in cui il gioco ha visto numerosissime patch ed espansioni. 

È stata una chiacchierata molto lunga, forse una delle interviste più lunghe che abbiamo fatto nel podcast. Il punto di vista di Alberto - che ci ha raccontato anche il lato imprenditoriale dello studio e affrontato il tema delle chiavi "grigie" su PC e della pirateria - è molto interessante e, anche questa volta, ci siamo arricchiti con nuove informazioni su cosa succede dietro a un videogame. 

In questa puntata abbiamo parlato anche di un RPG molto chiacchierato ultimamente, ovvero Dragon Age: The Veilgard. L'ultimo lavoro di BioWare non è il gioco di ruolo che gli appassionati della serie avrebbero voluto. Non puoi "ruolare", perché il tuo personaggio seguirà una strada già tracciata e la tua influenza con i dialoghi a scelta multipla è limitata. Non è maturo nei contenuti, perché tende sempre a sdrammatizzare qualunque situazione, come accade con i film hollywoodiani degli ultimi tempi. E probabilmente non è tante altre cose, il che lo ha relegato a ombra di se stesso in salsa molto action.

Ma Dragon Age: The Veilguard non è un brutto gioco come tanti vogliono farci credere. Rendiamoci conto che i giochi brutti sono altri. Probabilmente è un brutto Dragon Age dove "brutto" è da intendersi come poco centrato sull'idea che originò la serie. Ma da qui a essere un brutto gioco ce ne passa!

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