A volte Returnal

Gioca.
Muori.
Ripeti.

E' il mantra dei videogiochi dall'alba dei tempi. Se non riesci a superare un passaggio, devi riprovarci finché non ce la fai. A volte superarlo significa ripetere quel frangente per numerose volte e non tutti ce la fanno a sopportarlo. Ma non è soltanto una questione di quante volte devi ripetere un passaggio. Ma da dove ricominci per ripeterlo. E qui arrivano i checkpoint e i salvataggi: quasi inesistenti ai vecchi tempi degli 8 bit, sono diventati praticamente degli aiuti senza cui facciamo fatica a procedere ai giorni nostri.

Ci sono giochi dove ricominciare una sezione significa riprendere praticamente là dove si è morti, altri in cui il checkpoint è lontano qualche minuto, altri ancora in cui morire significa ricominciare da capo. Esatto, come fosse una nuova partita, o quasi. Perché a parte quali oggetti o abilità permanenti rimangano nell'inventario, tu dovresti acquisire nuove competenze su come superare quel particolare punto che ti ha messo in difficoltà. "Dovresti", appunto. Ma non sempre è così facile. Ricominciare un gioco da capo dopo aver speso 30 o 40 minuti in un solo livello non è cosa da tutti, perché manca il senso di progressione e il relativo appagamento.

Ed è proprio qui che si vanno a infilare i giochi come Returnal. Si chiamano Rogue-lite o Rogue-like, perché derivano dal gioco Rogue di qualche decennio fa. Giochi fatti appositamente per essere difficili, estremamente punitivi a causa della meccanica che costringe tutte le volte a ricominciare da zero. Magari con qualche oggetto che rimane, come dicevamo, magari con qualche scorciatoia, ma i primi passi di una nuova vita saranno sempre lì, all'inizio del gioco. 

Qui su Console Generation abbiamo già parlato dei Rogue-lite, ad esempio con l'italianissimo Hyper Parasite. Ma quando lo facevamo era sempre per qualche gioco indipendente, o comunque dalla bocca di fuoco minore. Poi è arrivato Returnal: un Rogue-lite dal budget enormemente più alto rispetto ai classici indie che ha portato con sé una grafica eccellente in grado di flettere i muscoli di PlayStation 5. Ma diciamoci la verità: non è che la bella grafica e il marchio Sony trasformano un gioco concepito per metterti alla prova in un'esperienza alla portata di tutti. Returnal è e rimane un Rogue-lite. Quindi ti farà ricominciare da capo tutte le volte che morirai. Non è per tutti, ma chi riuscirà a godersi la sfida troverà un gioco accattivante che più ti punisce più vorrai battere.

In questa puntata parliamo proprio di Returnal e di qual è stata la nostra esperienza sul pianeta Atropos. Ma abbiamo parlato anche di R-Type Final 2, un nuovo capitolo dello sparatutto a scorrimento orizzontale nato nel 1987. R-Type era difficile e punitivo allora come lo è adesso. Quando muori non ricominci da capo - a parte quando finisci i crediti - ma da un checkpoint precedente. Qui non importa quanto questo sia distante, quanto il fatto che ricominci senza le armi che avevi accumulato: una differenza di armamentario che fa la differenza fra una missione riuscita e una suicida.

In questa puntata, quindi, abbiamo ben due giochi che fanno della difficoltà uno dei temi portanti. Segno che per i videogiocatori soffrire continua a far parte del divertimento.

Buon ascolto e buona visione!









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