Recensione/ Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds

Chi è il più forte fra Ryu e Capitan America? Chi ha la meglio in velocità fra Wolverine e Chun Li? Fa più male un morso di Amaterasu oppure un colpo di M.O.D.O.K.? Dopo anni di assenza e un'apparizione sulle piattaforme di distribuzione digitale, torna il crossover più riuscito di tutti i tempi.

Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds
Sviluppatore: Capcom
Editore: Capcom
Distributore: Halifax
Genere: Picchiaduro
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PlayStation 3)
Titoli correlati: Tatsunoko vs. Capcom Ultimate All-Stars (Wii); X-Men vs. Street Fighter (Saturn); Marvel vs. Capcom 2 (Dreamcast, PlayStation 2, PlayStation 3, Xbox, Xbox 360); BlazBlue: Continuum Shift (PlayStation 3, Xbox 360); Super Street Fighter IV (PlayStation 3, Xbox 360)

L'ora degli Eroi

Il primo impatto con Marvel vs. Capcom 3 è assimilabile a quello di uno spettacolo pirotecnico. Non solo per le luci e i flash che esplodono letteralmente sullo schermo - in virtù di una realizzazione tecnica meravigliosa - in seguito alle famigerate Hyper Combo, ma per il frastuono che ne consegue. Nelle mani di un giocatore esperto - oppure selezionando il discutibile Simple Mode per eseguire tutte le mosse speciali con un tasto - è impossibile non farsi rapire dal dinamismo estremo dei combattimenti e allo stesso tempo domandarsi come ci si possa capire qualcosa in tutto quel caos che si genera ogni frazione di secondo. Non ci si può aspettare il gameplay ragionato di Street Fighter o BlazBlue, ma con Marvel vs. Capcom 3 la casa di Osaka ha letteralmente premuto l'acceleratore fino in fondo.


La velocità e la coordinazione con cui le dita devono danzare sui tasti del pad determinano in gran parte l'esito dei combattimenti, anche questa volta organizzati fra team di tre personaggi per parte con la possibilità di alternarli con una semplice pressione del tasto dorsale corrispondente. Abbandonando il classico sistema di controllo che distingueva calci e pugni deboli e forti, il giocatore deve agire su tre tasti che danno luogo a colpi di potenza differente e concatenabili a piacere. Si inizia come di consueto con un uno-due di colpi deboli e medi, per poi sferrare un colpo più forte e concludere con una mossa speciale; oppure, premendo il tasto "Special" si scaglia l'avversario in aria per continuare con una air combo; o ancora si scatena tutta la barra delle super mosse per attacchi speciali, anche in combinazione con gli assist del proprio team. Sotto questo punto di vista, Capcom ha svolto un lavoro di ottimo livello costruendo un sistema di combattimento dietro la cui apparente semplicità si nasconde una profondità invidiabile.


Profondità che però rischia di rimanere appannaggio di pochi visto che uno dei più gravi difetti di Marvel vs. Capcom 3 consiste nella cripticità del suo Mission Mode, che non riesce a essere un valido campo di allenamento. Invece di insegnare le tecniche di combattimento in maniera chiara e alla portata di tutti (campo in cui eccelle invece BlazBlue: Continuum Shift), tale modalità si rivela essere una frustrante sessione in cui bisogna ripetere delle combo predefinite e peraltro nemmeno visualizzate sullo schermo. Non vi è alcuna spiegazione circa le tecniche di combattimento, un handicap che affligge chiunque non sappia come si esegue una Cancel, un'Advanced Guard, l'X-Factor o una delle numerose tecniche di attacco e difesa necessarie per essere competitivi. Da un lato vuole essere accessibile con un sistema di combattimento che regala immediate soddisfazioni, dall'altra preclude l'approfondimento se non si è dotati di un'enorme dose di pazienza.


E' un peccato, in quanto trasuda carisma da tutti i pori non ultimo grazie alla rosa di personaggi che offre. 36 in tutto, inferiore rispetto alla cinquantina del secondo episodio, ma ad ogni modo completa per soddisfare pressochè tutti i gusti dei fanatici di Capcom - Viewtiful Joe e Amaterasu di Okami sono due delle star migliori - o di Marvel, che assolda new entry nella serie come She-Hulk e X-23. Se dal punto di vista grafico tutti i personaggi godono di un livello di dettaglio eccellente, lo stesso non si può dire del loro bilanciamento. Deadpool è probabilmente l'esempio lampante dei difetti di giocabilità del titolo prodotto da Ryota Niitsuma: velocissimo, potente e con mosse a lungo raggio che chiudono pressochè qualunque via di fuga. Sulla falsariga troviamo Wolverine - un demone della tasmania talmente è rapido nei movimenti - o il già citato Amaterasu - le cui scariche elettriche tolgono buona parte dell'energia anche in parata -, per finire con la Sentinella o ancora con Galactus, l'enorme boss della modalità single player dalle mosse letteralmente imparabili.


Fortunatamente Galactus rimane relegato alla modalità in singolo - che raggiunge nuovi minimi storici con i suoi finali al limite della presa in giro -, ma gli sbilanciamenti rimangono ben evidenti in tutti gli altri casi giocando online, dove ci si imbatte spesso e volentieri in avversari che ripetono all'infinito la medesima strategia di attacco (ovviamente online non ci si può avvalere del Simple Mode). Il codice di rete funziona egregiamente anche se dobbiamo evidenziare l'assenza della modalità spettatore per intrattenere i partecipanti alla sala di attesa e soprattutto dell'indicatore della qualità di connessione. Le opzioni di gioco spaziano dalle partite classificate e non, alla creazione di sale personalizzate e alla possibilità di accettare avversari umani anche mentre si gioca in single player, in modo da simulare l'effetto "sala giochi". Oltre che da nuovi badge e inni sbloccabili con il tempo, la card del giocatore è inoltre arricchita da un grafico raffigurante lo stile di gioco preferito.


Nonostante i difetti descritti, Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds cattura il giocatore grazie all'immediatezza e all'appagamento visivo. La ripida curva di apprendimento potrebbe causare un altrettanto veloce abbandono da parte di coloro che non sono disposti a perdere ore per scoprirne i segreti e altre ancora per assimilarli all'interno di un proprio stile di combattimento. Rimane comunque uno dei migliori esponenti del genere pur non esaltandone le qualità.

Raffaele Cinquegrana


Aspetti Positivi: veloce e frenetico; realizzazione tecnica eccelsa; 36 personaggi; combo impressionanti; gameplay elaborato
Replay Value: buono. Qualche difetto nel comparto online non gli impediscono di intrattenere a lungo
Aspetti Negativi: alcuni personaggi sbilanciati; boss finale quasi intoccabile; componente online non sempre all'altezza; confusionario; tutorial inutile
In Sintesi: Marvel vs. Capcom 3: Fate of Two Worlds fa della frenesia e immediatezza il suo miglior biglietto da visita, ma la semplicità è solo di facciata