Dimenticatevi Call of Duty, Ghost Recon o Rainbow Six: la Guerra, quella vera, bussa alla porta con Operation Flashpoint arrivando al confine fra gioco e realtà
Operation Flashpoint: Dragon Rising
Sviluppatore: Codemasters
Editore: Codemasters
Distributore: Leader
Genere: Simulazione/Shooter
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC e PlayStation 3)
Titoli correlati: Arma II (PC); Operation Flashpoint (PC); Full Spectrum Warrior (PC, PlayStation 2, Xbox)
La guerra non è un gioco
Successore dell’acclamato titolo per PC del 2001, Operation Flashpoint: Dragon Rising propone uno stile di gioco improntato sul realismo estremo, dove un solo proiettile può essere letale. E’ una simulazione di guerra orientata a un pubblico hardcore in cui l’azione è tutt’altro che frenetica: predilige l’attenta osservazione dell’ambiente e delle mosse del nemico e premia la pianificazione degli attacchi sulle lunghe distanze.
L’aderenza alla realtà trova applicazione perfino nella fisica dei proiettili, soggetti alla forza di gravità e all’attrito dell’aria; le ferite influiscono sui movimenti del soldato e le medicazioni devono essere applicate prima che si perda troppo sangue. I vari livelli di difficoltà differiscono unicamente dalla quantità di aiuti forniti – disposizione dei nemici, frequenza dei checkpoint, luogo del prossimo obiettivo e così via –, ma la sfida rimane sempre elevatissima.
Affidato al team di sviluppo interno dopo la dipartita di Bohemia Interactive (impegnata sulla saga Arma per PC), Dragon Rising punta l’occhio sull’isola fittizia di Skira, il cui dominio russo è messo sotto scacco dall’Armata di Liberazione del Popolo (PLA) cinese. Nei panni delle forze speciali e dei marine americani, si devono portare a termine 11 lunghe missioni sfruttando gli oltre 200 chilometri quadrati dell’isola. La vastità dell’ambiente di gioco lascia ampio spazio di personalizzazione delle proprie tattiche di gioco, proponendo un gameplay “sandbox” tramite il controllo di una squadra di quattro soldati.
A tal scopo è stato introdotto un sistema di ordini radiale a scelte multiple, sufficientemente snello e intuitivo da superare le limitazioni del pad, ma sicuramente meno flessibile e veloce per gli utenti PC. La varietà di ordini è notevole e oltre ai soliti comandi di appostamento vi sono diverse formazioni di battaglia con fuoco di soppressione o azioni diversive. Ma proprio quando si desidera sfruttarle fino in fondo ci si scontra con un’intelligenza artificiale tutt’altro che obbediente, afflitta da problemi che rendono l’esperienza in singolo poco raccomandabile.
Capita di vedere i propri compagni in panne, di sbagliare l’appostamento dietro una copertura o ancora di ignorare gli ordini impartiti, senza contare la straordinaria capacità di mettersi sulla propria linea di tiro. In un gioco che ritrae così puntualmente una vera battaglia diventa indispensabile un lavoro di squadra impeccabile, situazione possibile solo con l’ottima modalità co-op a quattro giocatori.
Se da un lato la mappa open-world offre completa libertà d’azione, non sembrano esserci contenuti sufficienti per sfruttarne l’ampiezza. Fra gli obiettivi vi sono camminate estenuanti in cui domina il vuoto e l’assenza di ulteriori contingenti alleati disperde la sensazione di essere parte di un conflitto su larga scala. L’ambientazione e la realizzazione tecnica tutt’al più funzionale fanno ben poco per arricchire l’atmosfera di gioco. Fortunatamente le situazioni da affrontare non mancano di tenere vivo l’interesse, grazie anche ai numerosi veicoli e velivoli da controllare.
E’ un peccato che la medesima approssimazione nell’intelligenza artificiale sia riscontrabile anche in altri frangenti, in cui emerge qualche bug di troppo, fra cui la mancata assegnazione dell’obiettivo o della destinazione successiva. Il realismo raggiunto da Dragon Rising deve quindi convivere con una serie di “però” e di “se” che inficiano sull’esperienza complessiva, che oscilla con incostanza fra momenti di eccellenza e di pochezza.
Raffaele Cinquegrana
Aspetti Positivi: azione ricca di tattica, strategia e pathos; approccio simulativo; numerosi ordini da impartire al team; terreno di gioco open-world vastissimo
Replay Value: buono. In cooperativa guadagna punti
Aspetti Negativi: intelligenza artificiale approssimativa; qualche bug di troppo; camminate troppo lunghe fra un obiettivo e l’altro
In Sintesi: Operation Flashpoint: Dragon Rising inscena una guerra realistica caratterizzata dall’approccio open-world in cui è d’obbligo giocare con un team di amici per apprezzarne le qualità
Operation Flashpoint: Dragon Rising
Sviluppatore: Codemasters
Editore: Codemasters
Distributore: Leader
Genere: Simulazione/Shooter
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC e PlayStation 3)
Titoli correlati: Arma II (PC); Operation Flashpoint (PC); Full Spectrum Warrior (PC, PlayStation 2, Xbox)
La guerra non è un gioco
Successore dell’acclamato titolo per PC del 2001, Operation Flashpoint: Dragon Rising propone uno stile di gioco improntato sul realismo estremo, dove un solo proiettile può essere letale. E’ una simulazione di guerra orientata a un pubblico hardcore in cui l’azione è tutt’altro che frenetica: predilige l’attenta osservazione dell’ambiente e delle mosse del nemico e premia la pianificazione degli attacchi sulle lunghe distanze.
L’aderenza alla realtà trova applicazione perfino nella fisica dei proiettili, soggetti alla forza di gravità e all’attrito dell’aria; le ferite influiscono sui movimenti del soldato e le medicazioni devono essere applicate prima che si perda troppo sangue. I vari livelli di difficoltà differiscono unicamente dalla quantità di aiuti forniti – disposizione dei nemici, frequenza dei checkpoint, luogo del prossimo obiettivo e così via –, ma la sfida rimane sempre elevatissima.
Affidato al team di sviluppo interno dopo la dipartita di Bohemia Interactive (impegnata sulla saga Arma per PC), Dragon Rising punta l’occhio sull’isola fittizia di Skira, il cui dominio russo è messo sotto scacco dall’Armata di Liberazione del Popolo (PLA) cinese. Nei panni delle forze speciali e dei marine americani, si devono portare a termine 11 lunghe missioni sfruttando gli oltre 200 chilometri quadrati dell’isola. La vastità dell’ambiente di gioco lascia ampio spazio di personalizzazione delle proprie tattiche di gioco, proponendo un gameplay “sandbox” tramite il controllo di una squadra di quattro soldati.
A tal scopo è stato introdotto un sistema di ordini radiale a scelte multiple, sufficientemente snello e intuitivo da superare le limitazioni del pad, ma sicuramente meno flessibile e veloce per gli utenti PC. La varietà di ordini è notevole e oltre ai soliti comandi di appostamento vi sono diverse formazioni di battaglia con fuoco di soppressione o azioni diversive. Ma proprio quando si desidera sfruttarle fino in fondo ci si scontra con un’intelligenza artificiale tutt’altro che obbediente, afflitta da problemi che rendono l’esperienza in singolo poco raccomandabile.
Capita di vedere i propri compagni in panne, di sbagliare l’appostamento dietro una copertura o ancora di ignorare gli ordini impartiti, senza contare la straordinaria capacità di mettersi sulla propria linea di tiro. In un gioco che ritrae così puntualmente una vera battaglia diventa indispensabile un lavoro di squadra impeccabile, situazione possibile solo con l’ottima modalità co-op a quattro giocatori.
Se da un lato la mappa open-world offre completa libertà d’azione, non sembrano esserci contenuti sufficienti per sfruttarne l’ampiezza. Fra gli obiettivi vi sono camminate estenuanti in cui domina il vuoto e l’assenza di ulteriori contingenti alleati disperde la sensazione di essere parte di un conflitto su larga scala. L’ambientazione e la realizzazione tecnica tutt’al più funzionale fanno ben poco per arricchire l’atmosfera di gioco. Fortunatamente le situazioni da affrontare non mancano di tenere vivo l’interesse, grazie anche ai numerosi veicoli e velivoli da controllare.
E’ un peccato che la medesima approssimazione nell’intelligenza artificiale sia riscontrabile anche in altri frangenti, in cui emerge qualche bug di troppo, fra cui la mancata assegnazione dell’obiettivo o della destinazione successiva. Il realismo raggiunto da Dragon Rising deve quindi convivere con una serie di “però” e di “se” che inficiano sull’esperienza complessiva, che oscilla con incostanza fra momenti di eccellenza e di pochezza.
Raffaele Cinquegrana
Aspetti Positivi: azione ricca di tattica, strategia e pathos; approccio simulativo; numerosi ordini da impartire al team; terreno di gioco open-world vastissimo
Replay Value: buono. In cooperativa guadagna punti
Aspetti Negativi: intelligenza artificiale approssimativa; qualche bug di troppo; camminate troppo lunghe fra un obiettivo e l’altro
In Sintesi: Operation Flashpoint: Dragon Rising inscena una guerra realistica caratterizzata dall’approccio open-world in cui è d’obbligo giocare con un team di amici per apprezzarne le qualità