Recensione/ F.E.A.R. 2: Project Origin

Riprendendo gli elementi vincenti del primo episodio, Monolith torna a fare luce sulla vicenda della tenebrosa Alma attraverso gli occhi di un nuovo protagonista. Fra soldati, mostri e spettri, si girovaga in intricati labirinti dalle atmosfere angoscianti alla ricerca della verità

F.E.A.R. 2: Project Origin
Sviluppatore: Monolith Productions
Editore: Warner Bros Interactive
Distributore: Warner Bros Interactive
Genere: Sparatutto
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC, PlayStation 3)
Titoli correlati: Killzone 2 (PlayStation 3); Call of Duty: World at War (PC, PS2, PS3, Xbox 360)

Novanta

Sparatutto ansiogeno e d'atmosfera, F.E.A.R. 2 sviluppa la trama interrotta nel primo episodio attraverso gli occhi di un nuovo personaggio, offrendo ulteriori dettagli circa la vicenda della piccola Alma e degli esperimenti che l'hanno suo malgrado coinvolta. Attraverso visioni, documenti e filmati, Monolith racconta una storia raccapricciante che ammicca agli horror asiatici, dove la paura è fatta più di silenzi che di impressioni visive. In questo senso, F.E.A.R. 2 si è evoluto e denota una regia più calibrata rispetto al predecessore, ma anche un ritmo meno serrato. Nell'indecisione di divenire uno psico-horror o di lasciarsi andare al piacere del piombo, intervalla intense sessioni belliche con lunghi periodi di esplorazione senza che vi sia anima viva, momenti in cui si teme davvero di girare l'angolo con situazioni del tutto prevedibili. Cali di tensione, stanze buie e cadaveri disseminati ovunque con relative tinte rosse sui muri fanno la loro parte nel delineare un titolo che punta a tendere i nervi quasi disdegnando il classico spavento da mostro dietro le spalle.

I 14 livelli da esplorare sono prevalentemente organizzati in corridoi e spazi angusti, articolati e ben costruiti, ma che lasciano ben poche alternative alla strada principale tracciata dai programmatori. Quando non si cammina guardinghi, si spara. E lo si fa con gran soddisfazione. L'intelligenza artificiale - già ottima nel primo episodio - sfrutta le coperture con astuzia e risponde coerentemente con le azioni del giocatore, tentando di stanarlo in tutti i modi, di aggirarlo o di prenderlo di sorpresa. Lo stesso, purtroppo, non vale quando si viene attaccati dai mutanti o dai fantasmi, che invece optano per attacchi diretti senza alcuna strategia.

Dal canto suo, il protagonista può nascondersi dietro le varie coperture e sfruttare alcuni oggetti per allestire nuovi ripari, ma anche utilizzare una particolare abilità per rallentare il tempo a piacimento per calibrare al meglio i colpi. E' possibile, quindi, affrontare uno scontro a fuoco in maniera più tattica o a testa bassa, tenendo sempre presente che, con una scelta di design un po' retrò, è necessario raccogliere gli appositi kit medici per rigenerare l'energia o ripristinare l'armatura. Inoltre, è particolarmente convincente la varietà delle armi - fra cui spicca l'esoscheletro potenziato - e dei relativi effetti devastanti sui nemici, soprattutto quando si trasformano in enormi macchie di inchiostro rosso.

Sul fronte multiplayer F.E.A.R. 2 offre una valida alternativa per la creazione del proprio personaggio. Ciascun giocatore ha a disposizione una determinata quantità di punti per acquistare l'attrezzatura desiderata, il cui costo è proporzionale al tipo di artiglieria. In tal modo, è possibile assecondare le proprie preferenze di specializzazione senza inficiare sull'equilibrio in partita. Vi sono sei modalità di gioco fra deathmatch e varianti a squadre in cui conquistare le basi nemiche, anche se il feeling e l'atmosfera tipiche dell'esperienza in singolo si dissolvono completamente.

Con un prequel di qualità alla base, è difficile trovare validi elementi di originalità in F.E.A.R. 2. Ma tale mancanza è lautamente compensata dalla bontà del prodotto finale che, ancora una volta, riesce a distinguersi pur essendo in sostanza uno sparatutto "da corridoi" conservatore. Il pregio del nuovo lavoro di Monolith risiede nella cura con cui tutti gli elementi sono stati assemblati e nel divertimento che ne consegue, una cura evidente anche dall'ottima realizzazione tecnica, fatta di modelli poligonali accurati mossi da un motore che raramente scende sotto i 30 fotogrammi al secondo. Probabilmente la narrazione frammentaria costituisce l'anello debole della catena, a causa delle molteplici domande che faticano a trovare una risposta, soprattutto se si affronta Alma per la prima volta. In ogni caso, si tratta di un titolo che dimostra ancora una volta come un gameplay genuino sia in grado di emergere in un genere in cui spopolano le produzioni multimilionarie.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: gameplay collaudato e ottima atmosfera; buona intelligenza artificiale; realizzazione tecnica di rilievo
Replay Value: buono. Sei modalità multiplayer
Aspetti Negativi: spesso prevedibile; pause di perlustrazione prolungate; narrazione diluita
In Sintesi: F.E.A.R. 2 alterna tensione e adrenalina in un mix forse un po' sbilanciato verso la prima ma nel complesso riuscito e godibile, grazie alla meccanica di gioco che non perde un colpo