Anteprima/ X-Men - Le Origini: Wolverine

X-Men - Le Origini: Wolverine non è il solito videogame "da botteghino", bensì un progetto nato autonomamente e adattato solo in seguito alla trama cinematografica. Nato ben due anni e mezzo fa, quando il film doveva ancora essere rivelato, Wolverine è stato concepito da Raven Software come spin off della serie per approfondire le gesta e il carattere dell'uomo di adamantio. Prima di essere una licenza cinematografica è un gioco d'azione; un buon gioco d'azione per quello che abbiamo avuto modo di vedere durante l'anteprima tenutasi al cinema Apollo di Milano.

Sono tre gli elementi cardine del titolo di Raven Software, già autori di Soldier of Fortune e Marvel - La Grande Alleanza: combattimento, rigenerazione e "bad ass attitude". Quest'ultima colorita espressione di stampo Bleszinkiano si traduce in un titolo adulto per gli elevati contenuti di violenza che sfoggia, un punto di vista quasi "oscuro" del protagonista. Non a caso, X-Men - Le Origini: Wolverine ha una classificazione PEGI 18+: il sangue spruzza copioso dalle ferite da taglio e non mancano scene raccapriccianti in cui, per esempio, un'elica in moto diventa una pratica ghigliottina. Sollecitato da alcune domande, il senior producer di Raven, Jeff Poffenbarger, ha evidenziato che tale approccio volutamente ruvido mira al pubblico adulto di God of War, Ninja Gaiden e simili, titoli da cui Wolverine tenta di attingere il meglio.



Lo stesso Jeff ha indicato i titoli di cui sopra come forma di ispirazione per ottenere un sistema di combattimento veloce e dinamico. La prova su strada, per quanto breve, è stata positiva, grazie al sistema di combo vario e di facile esecuzione. Gli attacchi sono disponibili sui tre tasti frontali e sono sensibili al contesto per una migliore resa scenografica: a seconda che il nemico sia vicino a un muro, a degli spuntoni o che Wolverine stesso sia in aria, il sistema di combattimento garantisce mosse diversificate e appaganti. Non mancano i punti esperienza da spendere in potenziamenti distribuiti su uno schema ad albero e l'abilità vista nel fumetto di proiettarsi come una molla sui nemici. E' ancora presto per giudicare se Wolverine sarà effettivamente tanto profondo quanto accessibile, ma le fondamenta sembrano solide. Il vero banco di prova sarà l'intelligenza artificiale, un fattore che lo potrà rendere un hack'n slash più completo.

Il recupero dell'energia durante i momenti di tranquillità ha finalmente un senso grazie alle capacità di rigenerazione di Logan. Stupisce, inoltre, la cura grafica con cui saltano via i tessuti di Wolverine, rivelandone l'endoscheletro metallico fino alla progressiva guarigione. Per rendere al meglio tali effetti è stato scelto l'Unreal Engine III, che nel livello forestale in prova ha mostrato una buona pulizia grafica con un frame rate stabile nella maggior parte delle occasioni. La varietà di situazioni sembra invidiabile: nei primi minuti di gioco siamo passati dall'atterrare in volo in una foresta (un po' come accadeva in Just Cause), a un combattimento contro un elicottero, a risalire un ponte di legno caduto in pezzi accompagnati da un'eccitante dose di adrenalina.

In tutto questo, la pellicola è stata un'occasione per integrare parte della vicenda, a cui Raven ha poi aggiunto diversivi e personaggi inediti a loro volta inseriti nel film stesso. E' proprio così che dovrebbe essere: una mutua collaborazione per prendere il meglio di entrambi. Il fatto stesso che il pubblico di riferimento sia così diverso - adulto per il videogame, giovane per il film - costituisce una svolta quasi epocale nelle regole del marketing a cui siamo stati abituati. Comprendiamo appieno lo stato d'animo di Jeff quando ha dichiarato di essere stufo di vedere spesso scadenti traduzioni videoludiche delle pellicole e, pur essendo solo delle prime impressioni, crediamo che X-Men - le Origini: Wolverine possa invertire la tendenza. Attendiamo quindi il 30 aprile con una certa fiducia per metterlo alla prova.

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