Recensione/ Fable II

Peter Molineux ha speso fiumi di parole per promuovere Fable II durante lo sviluppo, promettendosi di non lasciarsi prendere dalle fantasie per evitare aspettative disattese dal prodotto finale. Ora che Fable II è una realtà, il mondo di Albion attende solo di essere esplorato

Fable II
Sviluppatore: Lionhead Studios / Microsoft Game Studios
Editore: Microsoft Game Studios
Distributore: Microsoft
Genere: RPG/Azione
Piattaforma: Xbox 360
Titoli correlati: Fable (Xbox); The Elders’ Scroll IV: Oblivion (PC, PlayStation 3, Xbox 360)
Così inizia la storia...

Da ogni scelta deriva una conseguenza” è stato il cavallo di battaglia di Fable, un titolo ambizioso che lasciò a suo tempo diversi interrogativi circa l’effettiva riuscita. Dopo anni di sviluppo, Fable II si pone nuovamente l’obiettivo di lasciare al giocatore la libertà di plasmare la propria esperienza ludica. Normalmente ci si trova di fronte all’eterno dualismo fra bene e male assecondando scelte comportamentali che influenzano l’allineamento del protagonista. Più spesso, però, si è chiamati a risolvere dilemmi sottili o ancor meglio a trattare vicende di vita quotidiana che rappresentano il vero cuore del gioco. La straordinarietà della creazione di Molineux consiste nell’indurre il giocatore a pensare seriamente alle scelte da compiere indipendentemente dallo svolgersi della vicenda principale.

Tramite un sistema di espressioni – positive, negative, divertenti e altro ancora – si influenza la popolazione locale ottenendo risultati differenti: è possibile dilungarsi in serenate a colpi di liuto per farsi amare ma anche in secondi di interminabile flatulenza per raccogliere qualche insulto. Nonostante il grado di influenza sia governato grossolanamente da soli tre indicatori di amore, bellezza e simpatia, le attitudini nei propri confronti variano in maniera verosimile. L’aspetto – abiti, tatuaggi e così via – e le azioni sono gli elementi principali che determinano le reazioni della popolazione, mettendo in moto un vero e proprio cerchio della vita. Andando più in profondità, si scopre che ciascun abitante di Albion ha gusti differenti, espressioni e luoghi preferiti che incrementano gli effetti delle proprie gesta su diversi fronti.


Uno di questi è la vita sessuale, che può condurre a matrimoni, tradimenti e divorzi, prole in vario numero (per evitarla vi sono i preservativi), il tutto condito da una discreta dose di economia domestica. Da poche persone, le proprie gesta arrivano a modificare anche le abitudini di un’intera città: dedicandosi al commercio o alla compravendita di immobili, è possibile alzare i prezzi a proprio piacimento influenzando l’economia cittadina col rischio di impoverire la popolazione causando il degrado della comunità. Il tempo investito nel godersi le varie città e la relativa popolazione contribuisce in larga parte alla grande esperienza di gioco offerta da Fable II, difficilmente accomunabile ad altri titoli del genere. Se alcune situazioni mettono chiaramente in contrapposizione bianco e nero, altre si propongono in maniera più subdola, provando la moralità del giocatore in più punti. E’ possibile rubare nelle case altrui, assassinare proprietari di immobili per farne crollare il prezzo, oppure unirsi a una setta religiosa per guadagnare punti fedeltà portando vittime sacrificali. L’atmosfera di gioco è condotta sotto un alone generale di ironia inglese, ma ciò non toglie che capiti spesso di fermarsi a riflettere dinanzi alle possibilità offerte.

Non è del tutto vero, purtroppo, che Fable II sia in grado di intrattenere totalmente i non giocatori in virtù delle ampie possibilità di personalizzazione che offre (anche solo in termini di vestiario, tatuaggi e acconciature, la selezione è elevatissima). In principio il ritmo è piuttosto lento e sono necessarie alcune ore prima di prendere confidenza con gli effetti delle varie espressioni. Molineux ha però ragione nel consigliare di soffermarsi a interagire, provare, sperimentare quanto di più strano possa venire in mente: ci si trova spesso di fronte a reazioni interessanti che danno origine a nuovi stimoli di gioco.

Anche nel senso più tradizionale di videogame, Fable II si rivela assolutamente all’altezza. E’ sicuramente una storia interessante – anche se fondata sui canonici clichè fiabeschi – quella che conduce l’eroe a sconfiggere il cattivo di turno, assassino della sorella in tenera età. Non è particolarmente longeva ma è ben narrata, ritmata da combattimenti e visite in ogni angolo di Albion, fino al soddisfacente seppur scontato epilogo. La difficoltà si attesta su livelli piuttosto bassi, complici l’impossibilità di decedere in battaglia e un sistema di combattimento basato su soli tre tasti. Attacchi con armi bianche, a lungo raggio e magie si succedono in gran rapidità, ma è solo combinandole con un certo tempismo che si guadagnano più punti esperienza da assegnare alle varie abilità.

Una guida luminosa tiene traccia del prossimo obiettivo e permette al giocatore di avere sempre chiara la direzione da prendere per proseguire nell’avventura. La guida può essere disattivata o riassegnata sulle numerose missioni secondarie, ma non fornisce la visione d’insieme che una mappa su schermo avrebbe garantito. Il protagonista è affiancato fin dal principio da un cane, che funge da espediente per l’esplorazione di Albion ma anche come valido aiuto in combattimento, grazie a collari-potenziamento che lo rendono più aggressivo. Simpatico, tenero e particolarmente realistico, il cane è davvero un inseparabile compagno di viaggio da coccolare, al quale insegnare nuove mosse divertenti oppure infliggere punizioni, con conseguenze comportamentali evidenti soprattutto nella ricerca dei tesori o in combattimento.

Fable II integra un sistema di gioco online in cooperazione dalle grandi potenzialità ma, purtroppo, non del tutto soddisfacente. E’ possibile entrare e uscire dalle partite degli amici con estrema semplicità, visitarne il mondo, contribuire alle missioni in corso e guadagnare naturalmente del denaro. Il fatto di non poter utilizzare il proprio personaggio, però, lo priva di quella personalizzazione di cui il gioco in singolo è permeato. Inoltre, non poter vagare liberamente per il mondo dell’ospite lo rende più limitante che interessante. Dall’altro lato, la componente di presenza online è gestita in maniera eccellente nelle partite in single player: il giocatore vede i propri amici nel mondo di Albion sottoforma di sfera e, senza accedere ad alcun menù specifico, può chiacchierare semplicemente avvicinandosi a loro.

Un progetto tanto ambizioso non poteva che essere corredato da una realizzazione tecnica di prim’ordine, caratterizzata da una cura dei dettagli e brillantezza dei colori davvero eccellente. Albion è vasta da esplorare e intrisa d’atmostera, ricca di ampi paesaggi ma anche di caverne e cunicoli da scoprire. Purtroppo non sempre il motore grafico non gode della fluidità desiderata, cedendo spesso a cali di frame rate, a qualche fenomeno di pop-up e di compenetrazione dei poligoni. Brillante il comparto sonoro, le cui musiche enfatizzano l’atmosfera di gioco, ma un po’ meno convincente è il doppiaggio in italiano, altalenante in qualità di recitazione.

I difetti grafici sono comunque trascurabili (la mappa e il multiplayer un po’ meno), per un titolo che riesce in pieno a calare il giocatore nelle vesti del nuovo eroe per gestire l’avventura a modo proprio. Affrontare Fable II tutto d’un fiato come un canonico action-game sarebbe come godersene solo una piccola parte. E’ bene quindi prendersi una pausa, abbandonare la guida luminosa ed esplorare Albion, dove gran parte delle scelte sono realmente importanti per l’evoluzione del mondo e dell’esperienza di gioco che ne consegue.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: grande libertà d’azione; innumerevoli attività da svolgere; mondo in larga parte influenzabile dalle proprie gesta; tanto umorismo;
Replay Value: ottimo. Una volta immerse nel mondo di Fable II, sarà difficile staccarsi
Aspetti Negativi: mappa assente nel gioco; modalità co-op migliorabile; qualche problema grafico
In Sintesi: Fable II riesce laddove il primo episodio aveva mostrato qualche lacuna: lasciare al giocatore la libertà di scegliere come plasmare la propria esperienza di gioco. Sicuramente migliorabile, ma in ogni caso vicino all’eccellenza.

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