Il Valore del Cugino Dom

Nonostante i giochi online abbiano per molti ridotto le distanze, devo ammettere che nel mio caso tutto è andato al contrario. La scarsa quantità di tempo che posso dedicare ai videogame non mi permette di affinare le tecniche per essere competitivo in rete e affrontare le belve sempre pronte a dilaniarmi in qualunque disciplina. Il matchmaking è una grande invenzione, ma non sempre giocare contro dei dodicenni americani è appassionante.

Avere un amico con cui giocare online, invece, è tutt'altra cosa. E' un'esperienza che sto provando da poco (arrivo sempre in ritardo, in queste cose) con Gears of War e devo dire che il gioco ha riacquistato di colpo interesse. Giocare con un amico che si conosce permette di entrare subito in sintonia sul da farsi, oltre che avere tanti modi per mettersi d'accordo sugli orari di gioco. E' stato per me come tornare indietro di una quindicina d'anni. Allora, invece del cugino Dom - virtuale, dietro il quale si maschera una persona a diversi chilometri di distanza - c'era il cugino Ivo, reale, seduto su una sedia vicina, col suo joystick che comandava Bob di Bubble Bobble.

Gears of War è uscito da ormai un anno, ma grazie al gioco in coppia sta vivendo una seconda vita. Peccato che non tutti i titoli prevedano questa opportunità. Call of Duty 4, su tutti, ne avrebbe giovato di sicuro.

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