Erede di uno dei migliori titoli di lancio per Xbox 360, Call of Duty 3 passa di mano e si assenta, per una volta, dall’ambiente PC dedicandosi unicamente alle console. I cliché potrebbero sembrare inflazionati, ma il gameplay è più fresco che mai.
Call of Duty
Sviluppatore: Treyarch
Editore: Activision
Distributore: Activision
Genere: Shooter
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per Xbox, Wii, PlayStation 2, PlayStation 3)
Titoli correlati: Call of Duty 2 (PC, Xbox 360); Company of Heroes (PC); Battlefield 2 (PC); Gears of War (Xbox 360)
Giù dalle brande!
Seguito del best seller per Xbox 360, Call of Duty 3 riporta il giocatore sulle pagine dei libri di storia contemporanea, prendendo in esame gli eventi dell’estate del 1944 conseguenti allo sbarco in Normandia, che culminarono con la liberazione di Parigi. I programmatori di Treyarch, incaricati del progetto in vece di Infinity Ward, hanno tenuto fede alla formula vincente della serie ed è rassicurante notare come il terzo capitolo abbia tutte le carte in regola per bissare il successo del predecessore, grazie a piccole variazioni che rinfrescano l’esperienza di gioco. La narrazione degli eventi è il primo lodevole cambio di marcia di Call of Duty 3, che presenta i fatti in ordine cronologico e non più suddivisi in campagne, passando dalle fila dei quattro eserciti disponibili – americano, britannico, canadese e polacco.
Gli elementi caratteristici della serie - che hanno fatto di Call of Duty uno dei migliori sparatutto in prima persona ad ambientazione bellica - sono stati arricchiti da una serie di novità di un certo rilievo, fra cui spiccano la possibilità di rispedire al mittente le granate, la presenza dei veicoli e di percorsi alternativi. L’azione rimane ricca di pathos, enfatizzato dal fatto di non potersi riparare per l’eternità dietro alle solite casse di legno, poiché qualsiasi appostamento è ora vulnerabile al fuoco serrato degli avversari, i quali godono di una combattività che stimola un approccio strategico. Segnaliamo nuovamente l’impossibilità di sporgersi dai muri una volta al riparo, opzione già assente nel secondo episodio, ma di cui si sente la mancanza ancora oggi (anche perché i compagni di squadra possono farlo).
Le mappe di gioco sono decisamente ampie, ma non vi è un effettivo incentivo all’esplorazione dei livelli. Call of Duty 3 non cerca la libertà d’azione estrema – sebbene vi sia la possibilità di girovagare per il livello per ammirarne le meraviglie -, bensì favorisce il coinvolgimento emotivo. Proprio per questo, gli eventi risultano dettati da una sceneggiatura ben precisa, che indica i punti in cui si possono prendere strade alternative e che riserva le sezioni di combattimento corpo a corpo nei luoghi di maggiore effetto. La scelta potrebbe essere opinabile, ma il risultato è indubbiamente ben riuscito. I lunghi combattimenti appiedati trovano attimi di sollievo grazie all’introduzione dei veicoli. Ci si può divertire con motociclette, jeep e anche carri armati, in sezioni che ravvivano il ritmo sebbene spezzino la sensazione di realismo che permea l’intero gioco. Il divertimento che ne consegue, però, allevia un sistema di controllo e una fisica non proprio all’altezza delle rimanenti parti di Call of Duty 3.
Durante le varie campagne, si viene sempre accompagnati dalla propria squadra, la cui intelligenza artificiale li eleva dal grado di semplici burattini armati di fucile. Alle prime armi, sembra quasi che la propria squadra sia fin troppo autonoma e che si venga relegati a un ruolo secondario dell’azione. Presa confidenza con i comandi e con il terreno di gioco, però, ci si rende conto di quanto siano ben coordinate le strategie della propria squadra, un fattore che garantisce maggiore dinamicità agli scontri. Peccato che i checkpoint costituiscano per loro un vincolo invalicabile, almeno finché il giocatore non vi arriva. E’ apprezzabile, inoltre, l’inserimento di obiettivi che richiedono il piazzamento di cariche esplosive e altro ancora, in cui si deve ripetere la sequenza di comandi proposta sullo schermo.
La modalità online regala nuova linfa vitale al gioco, che in singolo impegna il giocatore per circa una decina di ore. Come in Battlefield 2, è possibile interpretare il soldato semplice, l’artigliere, ma anche il medico, il cecchino e altro ancora, specializzazioni che contribuiscono a rendere i match online ben più tattici che in passato. Il limite di giocatori è stato innalzato a 24 – il predecessore ne permetteva solo otto! – e possono partecipare fino a quattro persone per console; le mappe disponibili sono ben nove, tutte ben disegnate e sufficientemente ampie, a cui se ne dovrebbero aggiungere altre tramite il Marketplace. La prova in rete non ha evidenziato problemi di lag nè di ricerca di partite a cui unirsi.
Call of Duty 3 migliora in pressoché qualunque aspetto i livelli raggiunti dal predecessore, sia dal punto di vista del gameplay, sia da quello prettamente tecnico: non è uno scherzo quando si afferma che Call of Duty 3 getta il giocatore in una vera battaglia. Dotati del sistema audio con Dolby Digital e video con una TV ad alta definizione, capita più volte di domandarsi se si tratta di realtà o finzione. Gli effetti grafici si sprecano e rendono ancor più coinvolgente l’azione, il tutto sorretto da un motore grafico ancorato a 60fps. Accogliamo con gioia anche le texture più realistiche e prive dei surreali filtri all’olio d’oliva che rendevano lucida ogni superficie dei primi titoli per Xbox 360.
Il titolo Activision è costruito su basi solidissime a cui non resta altro che la ricerca della perfezione. Si potrebbero muovere critiche sull’originalità – gli shooter ambientati nell’ultimo grande conflitto sono davvero tanti -, oppure sulle variazioni di gameplay non proprio profonde. Eppure Call of Duty 3 è sicuramente in grado di soddisfare qualunque amante degli shooter e di entusiasmare chi non ha mai provato a camminare nel fango di un campo di guerra… virtuale, s’intende.
Raffaele Cinquegrana
Aspetti Positivi: sembra di essere in guerra; realizzazione tecnica ottima; numerose variazioni di gameplay; sistema di classi in multiplayer
Replay Value: ottimo. Modalità multiplayer accattivanti e senza problemi di lag
Aspetti Negativi: l’ambientazione è inflazionata; libertà d'azione non eccellente ; non ci si può sporgere dai muri
In Sintesi: Con sapiente maestria, Call of Duty 3 immerge il giocatore nell’atmosfera della Seconda Guerra Mondiale e raggiunge ancora una volta ottimi risultati grazie alle solide basi su cui è costruita la campagna in singolo e alla lodevole modalità multiplayer
Call of Duty
Sviluppatore: Treyarch
Editore: Activision
Distributore: Activision
Genere: Shooter
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per Xbox, Wii, PlayStation 2, PlayStation 3)
Titoli correlati: Call of Duty 2 (PC, Xbox 360); Company of Heroes (PC); Battlefield 2 (PC); Gears of War (Xbox 360)
Giù dalle brande!
Seguito del best seller per Xbox 360, Call of Duty 3 riporta il giocatore sulle pagine dei libri di storia contemporanea, prendendo in esame gli eventi dell’estate del 1944 conseguenti allo sbarco in Normandia, che culminarono con la liberazione di Parigi. I programmatori di Treyarch, incaricati del progetto in vece di Infinity Ward, hanno tenuto fede alla formula vincente della serie ed è rassicurante notare come il terzo capitolo abbia tutte le carte in regola per bissare il successo del predecessore, grazie a piccole variazioni che rinfrescano l’esperienza di gioco. La narrazione degli eventi è il primo lodevole cambio di marcia di Call of Duty 3, che presenta i fatti in ordine cronologico e non più suddivisi in campagne, passando dalle fila dei quattro eserciti disponibili – americano, britannico, canadese e polacco.
Gli elementi caratteristici della serie - che hanno fatto di Call of Duty uno dei migliori sparatutto in prima persona ad ambientazione bellica - sono stati arricchiti da una serie di novità di un certo rilievo, fra cui spiccano la possibilità di rispedire al mittente le granate, la presenza dei veicoli e di percorsi alternativi. L’azione rimane ricca di pathos, enfatizzato dal fatto di non potersi riparare per l’eternità dietro alle solite casse di legno, poiché qualsiasi appostamento è ora vulnerabile al fuoco serrato degli avversari, i quali godono di una combattività che stimola un approccio strategico. Segnaliamo nuovamente l’impossibilità di sporgersi dai muri una volta al riparo, opzione già assente nel secondo episodio, ma di cui si sente la mancanza ancora oggi (anche perché i compagni di squadra possono farlo).
Le mappe di gioco sono decisamente ampie, ma non vi è un effettivo incentivo all’esplorazione dei livelli. Call of Duty 3 non cerca la libertà d’azione estrema – sebbene vi sia la possibilità di girovagare per il livello per ammirarne le meraviglie -, bensì favorisce il coinvolgimento emotivo. Proprio per questo, gli eventi risultano dettati da una sceneggiatura ben precisa, che indica i punti in cui si possono prendere strade alternative e che riserva le sezioni di combattimento corpo a corpo nei luoghi di maggiore effetto. La scelta potrebbe essere opinabile, ma il risultato è indubbiamente ben riuscito. I lunghi combattimenti appiedati trovano attimi di sollievo grazie all’introduzione dei veicoli. Ci si può divertire con motociclette, jeep e anche carri armati, in sezioni che ravvivano il ritmo sebbene spezzino la sensazione di realismo che permea l’intero gioco. Il divertimento che ne consegue, però, allevia un sistema di controllo e una fisica non proprio all’altezza delle rimanenti parti di Call of Duty 3.
Durante le varie campagne, si viene sempre accompagnati dalla propria squadra, la cui intelligenza artificiale li eleva dal grado di semplici burattini armati di fucile. Alle prime armi, sembra quasi che la propria squadra sia fin troppo autonoma e che si venga relegati a un ruolo secondario dell’azione. Presa confidenza con i comandi e con il terreno di gioco, però, ci si rende conto di quanto siano ben coordinate le strategie della propria squadra, un fattore che garantisce maggiore dinamicità agli scontri. Peccato che i checkpoint costituiscano per loro un vincolo invalicabile, almeno finché il giocatore non vi arriva. E’ apprezzabile, inoltre, l’inserimento di obiettivi che richiedono il piazzamento di cariche esplosive e altro ancora, in cui si deve ripetere la sequenza di comandi proposta sullo schermo.
La modalità online regala nuova linfa vitale al gioco, che in singolo impegna il giocatore per circa una decina di ore. Come in Battlefield 2, è possibile interpretare il soldato semplice, l’artigliere, ma anche il medico, il cecchino e altro ancora, specializzazioni che contribuiscono a rendere i match online ben più tattici che in passato. Il limite di giocatori è stato innalzato a 24 – il predecessore ne permetteva solo otto! – e possono partecipare fino a quattro persone per console; le mappe disponibili sono ben nove, tutte ben disegnate e sufficientemente ampie, a cui se ne dovrebbero aggiungere altre tramite il Marketplace. La prova in rete non ha evidenziato problemi di lag nè di ricerca di partite a cui unirsi.
Call of Duty 3 migliora in pressoché qualunque aspetto i livelli raggiunti dal predecessore, sia dal punto di vista del gameplay, sia da quello prettamente tecnico: non è uno scherzo quando si afferma che Call of Duty 3 getta il giocatore in una vera battaglia. Dotati del sistema audio con Dolby Digital e video con una TV ad alta definizione, capita più volte di domandarsi se si tratta di realtà o finzione. Gli effetti grafici si sprecano e rendono ancor più coinvolgente l’azione, il tutto sorretto da un motore grafico ancorato a 60fps. Accogliamo con gioia anche le texture più realistiche e prive dei surreali filtri all’olio d’oliva che rendevano lucida ogni superficie dei primi titoli per Xbox 360.
Il titolo Activision è costruito su basi solidissime a cui non resta altro che la ricerca della perfezione. Si potrebbero muovere critiche sull’originalità – gli shooter ambientati nell’ultimo grande conflitto sono davvero tanti -, oppure sulle variazioni di gameplay non proprio profonde. Eppure Call of Duty 3 è sicuramente in grado di soddisfare qualunque amante degli shooter e di entusiasmare chi non ha mai provato a camminare nel fango di un campo di guerra… virtuale, s’intende.
Raffaele Cinquegrana
Aspetti Positivi: sembra di essere in guerra; realizzazione tecnica ottima; numerose variazioni di gameplay; sistema di classi in multiplayer
Replay Value: ottimo. Modalità multiplayer accattivanti e senza problemi di lag
Aspetti Negativi: l’ambientazione è inflazionata; libertà d'azione non eccellente ; non ci si può sporgere dai muri
In Sintesi: Con sapiente maestria, Call of Duty 3 immerge il giocatore nell’atmosfera della Seconda Guerra Mondiale e raggiunge ancora una volta ottimi risultati grazie alle solide basi su cui è costruita la campagna in singolo e alla lodevole modalità multiplayer