Dopo una serie di trasposizioni cinematografiche di dubbia qualità, di cui Uwe Boll detiene un triste primato, è stato un piacere farsi accompagnare nelle atmosfere cupe di Silent Hill. Il lungometraggio ispirato al franchise Konami funziona proprio come quando si tiene in mano il pad: a tutti gli effetti, si tratta di un surrogato delle vicende narrate dei primi due episodi della serie, condite dagli elementi di tensione canonici della serie. Silent Hill è un buon film, non solo per gli appassionati di videogiochi, ma anche per chi ama sentire qualche brivido all'insegna di ambientazioni fatiscenti e mostri di vario genere. Non manca nemmeno la crescente tensione determinata dal "vedo e non vedo" introdotta con The Ring, che, verso la fine, sfocia però in un gore raccapricciante, forse esagerato.
Come nel videogame, l'horror lascia spazio anche al romanticismo dei personaggi che si rincorrono senza mai incontrarsi, dando vita all'amaro finale che sa de Il Sesto Senso. Silent Hill mi è piaciuto: consiglio la visione a tutti gli appassionati del brivido.
Come nel videogame, l'horror lascia spazio anche al romanticismo dei personaggi che si rincorrono senza mai incontrarsi, dando vita all'amaro finale che sa de Il Sesto Senso. Silent Hill mi è piaciuto: consiglio la visione a tutti gli appassionati del brivido.