La Critica sui Videogiochi non Esiste

Chuck Klosterman ha scritto un pezzo molto interessante su Esquire, in cui evidenza l'assenza di una vera critica dei videogame. Ecco un estratto dell'articolo:
Vedo che c'è molta gente che recensisce videogiochi e che vi sono intere riviste e miriadi di siti devoti a questa materia. Ma quanto scritto da queste persone non è vera critica. Praticamente senza eccezioni, si tratta di un consiglio da utente; evidenzia a quale vecchio gioco somiglia un nuovo titolo, cosa comporta l'esperienza di gioco e se sarà un successo commerciale. E' solo un'esposizione di informazioni. Per quanto ne so, non ci sono critici specializzati nello spiegare quali sensazioni derivano da un determinato titolo, nè nell'analizzare i significati di un gioco al di fuori del contesto videoludico.

Mi trovo d'accordo con quanto espresso da Klosterman. Me ne sono reso conto qualche settimana addietro, quando stavo leggendo alcune critiche cinematografiche su King Kong di Peter Jackson. Tali critiche si muovevano su sezioni ben precise del film, dalla sceneggiatura alla regia, passando per le capacità di recitazione e altri dettagli ancora. Canoni ben descritti nei libri di critica e analizzabili più o meno oggettivamente. I metri di valutazione di un videogioco sono molto meno standardizzati e spesso poco chiari. L'interattività è una delle variabili che rende il videogame così difficile da valutare.

Io stesso ho valutato decine e decine di titoli e non nascondo di essermi spesso sentito in difetto nel mio giudizio, che si basa in primis sull'esperienza personale. Gioco fin dai primi anni '80, ho messo mano su centinaia di titoli, ma per questo non è detto che sia in grado di valutare correttamente ciò che mi viene sottoposto. E' un dilemma che, più o meno in corrispondenza di ogni cambio di stagione, mi si pone di fronte. Come me, la maggior parte delle persone che scrivono di videogiochi non hanno mai seguito lezioni che ne sviscerino i contenuti, in modo che possano scrivere recensioni che trascendano il gioco stesso. Ci troviamo a recensire giochi seguendo i nostri personali canoni di valutazione: un gioco con un'eccessiva dose di scene d'intermezzo come Metal Gear Solid 2, per me, non è un gioco. Per altri potrebbe essere un capolavoro.

Fortunatamente, c'è il comparto tecnico che mette un po' di oggettività nel commento, in modo da dare alla recensione un tono un po' più professionale. Grandi idee sono spesso penalizzate da una realizzazione tecnica pessima, oppure una grafica sontuosa nasconde enormi lacune nel gameplay: in questi casi è facile dare un giudizio al gioco sotto esame.

In merito all'assenza dell'analisi del significato del gioco, sarebbe come cercare la critica alla società odierna in un blockbuster hollywoodiano. Forse, per stimolare questo tipo di critica, dobbiamo attendere la nascita dei videogame d'autore.


Riferimenti
[Esquire: The Lester Bangs of Video Games] tramite MBF Tod@y

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